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Papa Francesco ai cristiani di Mosul: «Grazie per la vostra testimonianza»

Videomessaggio ai cristiani del Medio Oriente, in visita dei quali si è recato Barbarin, arcivescovo di Lione.

«Cari fratelli e sorelle, vorrei salutare tutti e ciascuno di voi, insieme al cardinale Philippe Barbarin, che nuovamente vi porta la preoccupazione e l’amore della Chiesa tutta. Anche io, vorrei essere lì, ma poiché non posso viaggiare, lo faccio così… Ma vi sono tanto vicino in questi momenti di prova». Papa Francesco ha inviato, tramite il porporato francese, un videomessaggio ai cristiani del Medio Oriente, in visita dei quali si è recato Barbarin, arcivescovo di Lione: la diocesi francese è infatti gemellata con quella di Mosul, in Iraq, e il cardinale fa visita alla città per la seconda volta. Barbarin è accompagnato da un centinaio di volontari della diocesi, accolti dal patriarca caldeo di Baghdad Louis Sako. Nel messaggio, Papa Francesco afferma ancora: «Ho detto, nel ritorno del mio viaggio in Turchia: i cristiani sono cacciati dal Medio Oriente, con sofferenza. Vi ringrazio della testimonianza che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testimonianza. Grazie, grazie tante!». «Sembra che lì non vogliano che ci siano i cristiani, ma voi date testimonianza di Cristo. Penso alle piaghe, ai dolori delle mamme con i loro bambini, degli anziani e degli sfollati, alle ferite di chi è vittima di ogni tipo di violenza». 

«Particolare preoccupazione desta il fatto che soprattutto a causa di un gruppo estremista e fondamentalista, intere comunità, specialmente, ma non solo, i cristiani e i yazidi, hanno patito, e tutt’ora soffrono, violenze disumane a causa della loro identità etnica religiosa. Cristiani e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle loro case”; «la violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti, simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro. In qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti umani». Papa Bergoglio aggiunge: «Io oggi vorrei avvicinarmi a voi che sopportate questa sofferenza, esservi vicino… E penso a santa Teresa del Bambin Gesù, che diceva che lei – e la Chiesa – si sentiva come una canna: quando viene il vento, la tempesta, la canna si piega, ma non si rompe! Voi siete in questo momento questa canna, voi vi piegate con dolore, ma avete questa forza di portare avanti la vostra fede, che per noi è testimonianza». «Prego lo Spirito che fa nuove tutte le cose, di donare a ciascuno di voi forza e resistenza». «E insieme chiedo con forza, come già ho fatto in Turchia, una maggiore convergenza internazionale volta a risolvere i conflitti che insanguinano le vostre terre di origine, a contrastare le altre cause che spingono le persone a lasciare la loro patria e a promuovere le condizioni perché possano rimanere o ritornare».