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Papa Francesco e leader religiosi: schiavitù moderna «crimine di lesa umanità», appello a governi

«La schiavitù moderna - in termini di tratta delle persone, lavoro forzato, prostituzione e traffico di organi- è un crimine di lesa umanità», «un flagello atroce che è presente, in larga scala, in tutto il mondo». Lo ha detto il Papa, nel discorso pronunciato in spagnolo in occasione della Dichiarazione firmata con altri leader religiosi per porre fine, entro il 2020 e in tutte le parti del mondo, alla schiavitù moderna, le cui vittime «sono di tutte le condizioni, ma il più delle volte si trovano tra i più poveri e i più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle».

«Lo sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini, donne, bambini e bambine, attualmente incatena decine di milioni di persone nella disumanità e nell’umiliazione», ha fatto notare il Santo Padre, ricordando che «ogni essere umano – uomo, donna, bambino o bambina – è immagine di Dio. Dio è amore e libertà, che si dona nelle relazioni interpersonali: quindi ogni essere umano è una persona libera, destinata a esistere per il bene dell’altro, in uguaglianza e fraternità».

«Ogni persona e tutte le persone sono uguali e si deve riconoscere loro la stessa libertà e la stessa dignità», ha esclamato il Papa: «Qualsiasi relazione discriminante, che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come noi stessi, costituisce un delitto. E tante volte un delitto aberrante!». «È in nome loro – ha proseguito riferendosi alle vittime della schiavitù – che stiamo chiamando all’azione le nostre comunità, perché senza eccezione respingano completamente tutte le privazioni sistematiche della libertà individuale con fine di sfruttamento personale e commerciale». «Malgrado i grandi sforzi di molti, la schiavitù moderna continua a essere un flagello atroce che è presente, in larga scala, in tutto il mondo, incluso come turismo», l’analisi del Papa: «Questo crimine di lesa umanità si maschera con apparenti e accettate abitudini, ma in realtà fa le sue vittime nella prostituzione, nella tratta delle persone, il lavoro forzato, il lavoro schiavo, la mutilazione, la vendita di organi e il consumo di droga, il lavoro dei bambini. Si nasconde dietro porte chiuse, in luoghi particolari, nelle strade, nelle macchine, nelle fabbriche, nelle campagne, nei pescherecci e in molte altre parti». E questo succede «sia nelle città che nei paesi», che nelle «villas de emergencia» (centri di accoglienza) delle nazioni «più ricche e più povere del mondo».

Di fronte a «questa situazione che, disgraziatamente, si aggrava ogni giorno di più», il Papa chiama all’azione «tutte le persone di fede, i leader, i governi, le imprese; tutti gli uomini e le donne di buona volontà, affinché diano il loro appoggio ferreo e si aggiungano al movimento contro la schiavitù moderna, in tutte le sue forme», attraverso «un impegno trasversale, che riguarda tutti». «Sostenuti dagli ideali della nostra confessione di fede e dai nostri valori umani condivisi, tutti possiamo e dobbiamo innalzare gli standard dei valori spirituali» per «sradicare la schiavitù nel nostro pianeta», ha detto il Papa riferendosi ai leader religiosi presenti. In particolare, il Papa ha chiesto «la grazia di convertire noi stessi nel prossimo di ciascuna persona, senza eccezione». In che modo? «Offrendo aiuto attivamente e sempre a coloro che s’incontrano nel nostro cammino», ha risposto Francesco: «Si tratti di un anziano abbandonato da tutti; di un lavoratore ingiustamente schiavizzato e disprezzato; di una rifugiata o di un rifugiato catturato dal cappio della malavita; di un giovane o di una giovane che cammina per le strade del mondo, vittima del commercio sessuale; di un uomo o di una donna indotta alla prostituzione con l’inganno da gente senza timore di Dio; di un bambino o di una bambina mutilata dei suoi organi».