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R. Centrafricana: mons. Gallagher, appello per cessate il fuoco e ritorno migranti e rifugiati

Un appello a «difendere la dignità di un popolo senza difesa, garantire la loro personale sicurezza e libertà di movimento e proteggerli da ogni forma di aggressione, abuso o umiliazione che violi la loro dignità umana». A lanciarlo, a favore della Repubblica Centrafricana, è stato mons. Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.

Nel testo dell’intervento – pronunciato ieri a New York durante la 72ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, ma pubblicato oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede – Gallagher cita le parole di Papa Francesco a Bangui, nel novembre del 2015, e chiede alla comunità internazionale di «fornire ogni necessario supporto per lo sviluppo democratico e inclusivo di quelle strutture che permetteranno la crescita del Paese».

Al governo locale, il diplomatico vaticano chiede di «garantire il ruolo della legge e di combattere la corruzione», assicurando inoltre «l’accesso alle cure sanitarie e all’educazione per i cittadini di ogni livello, senza discriminazione». In questo compito, la Repubblica Centrafricana ha bisogno dell’azione «coordinata» della comunità internazionale, partendo dalla consapevolezza che «il dialogo deve diventare la via privilegiata per arrivare alla pace e garantire la stabilità necessaria per lo sviluppo sociale, economico e politico della Repubblica Centrafricana».

«Il cessate il fuoco tra tutte le parti in conflitto; il disarmo dei vari gruppi armati; la giustizia per le vittime degli attacchi sulla popolazione inerme; il ritorno dei migranti e rifugiati, sia cristiani sia musulmani»: sono queste, ha concluso Gallagher, le tappe del dialogo per arrivare a far tacere le armi.