Mondo

Ritiro Usa da accordi di Parigi: vescovi Usa ed europei, «un duro colpo»

Commenti fortemente negativi alla decisione di Donald Trump, di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima arrivano dai vescovi Usa e dal presidente della Comece (Conferenze episcopali della Comunità europea).

«Anche se la decisione del presidente degli Stati Uniti non è una sorpresa, si tratta di una sfida importante per la tutela dell’ambiente a livello internazionale. Infligge un duro colpo al clima di fiducia globale che aveva generato l’accordo alla Conferenza sul clima a Parigi». Lo afferma il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Conferenza episcopale tedesca e presidente della Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea.

A nome dell’organismo europeo, il cardinale prende la parola sulla decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirarsi dagli accordi sul clima. «Fino alla fine – scrive Marx in un comunicato diffuso ieri da Bruxelles -, avevamo sperato che le discussioni in seno al G7 e l’incontro con Papa Francesco avessero positivamente influenzato la sua decisione. L’Enciclica Laudato Si’, che il Papa ha consegnato al presidente Trump durante il loro incontro la scorsa settimana, sottolinea che la politica internazionale si indebolisce se dà priorità agli interessi particolari rispetto al bene comune. È un peccato che questa constatazione si verifichi ancora una volta e che la responsabilità mondiale si ferma ai confini di un Paese. La comunità internazionale non deve scoraggiarsi. Gli europei, in particolare, hanno il dovere di restare uniti e di svolgere un ruolo di primo piano nella salvaguardia del creato».

«La decisione del presidente di non onorare gli impegni degli Stati Uniti per gli accordi di Parigi desta una profonda preoccupazione». Netta anche la reazione della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), contenuta in una dichiarazione del vescovo di Las Cruces Oscar Cantú, presidente della commissione Giustizia e Pace internazionale, diffusa all’indomani della decisione del presidente Trump. I vescovi, «insieme a Papa Francesco e l’intera Chiesa cattolica», li hanno costantemente sostenuti come «importante meccanismo internazionale per promuovere la tutela ambientale e incoraggiare la mitigazione del cambiamento climatico», perché promuovono «il valore della cura della creazione e della cura reciproca nella solidarietà». Secondo i vescovi la decisione del presidente Trump «danneggerà» gli americani e i popoli del mondo «in particolare le comunità più povere e vulnerabili»: gli impatti del cambiamento climatico infatti «si sperimentano già nell’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai, temporali più intensi e siccità più frequenti». «Posso solo sperare – conclude il vescovo Cantù – che il presidente proponga modi concreti per affrontare il cambiamento climatico globale e promuovere la cura del creato». I vescovi Usa, insieme ad altre realtà cattoliche americane, alla vigilia del summit di Parigi del novembre 2015 avevano scritto al Congresso per incoraggiare gli Stati Uniti a sottoscrivere gli accordi, sostegno che hanno da allora più volte ribadito. Gli Usa, insieme alla Cina, sono il Paese che emette più gas serra al mondo.