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Santa Sede: mons. Auza (oss. Onu), proteggere» Medio Oriente da crisi umanitarie

«Ogni Stato ha il dovere primario di proteggere la sua popolazione da gravi e sostanziali violazioni dei diritti umani e dalle conseguenze delle crisi umanitarie». A ribadirlo è monsignor Bernardito Auza, nunzio apostolico e osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, nel suo intervengo alla 69ª sessione dell'Assemblea generale dell'Onu sul «ruolo della legge».

Quest’ultima espressione, ha detto l’esponente vaticano, implica «il rispetto dei diritti umani, così come il rispetto dei diritti delle nazioni», oltre che il rispetto dei trattati internazionali. Gli Stati, d’altra parte, devono assolvere i loro obblighi nel «promuovere il rispetto universale, e la promozione e la protezione, di tutti i diritti umani». La «responsabilità di proteggere», ha spiegato mons. Auza, è «il riconoscimento dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, basato sull’innata dignità di ogni uomo ed ogni donna»: il riferimento è in particolare alle «minoranze religiose ed etniche nel Medio Oriente e in altre regioni», che «aspettano misure urgenti» perché questa protezione sia garantita. «Se gli Stati non sono in grado di garantire tale protezione – ha ribadito mons. Auza – la comunità internazionale deve intervenire con i mezzi giuridici previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e con altri strumenti internazionali».

L’auspicio della Santa Sede è che «l’allarmante, crescente fenomeno del terrorismo internazionale, nuovo in alcune sue espressioni e assolutamente spietato nella sua barbarie, sia un’occasione per un profondo e urgente studio su come rinforzare l’apparato giuridico internazionale per un’applicazione multilaterale della nostra comune responsabilità di proteggere i popoli da tutte le forme di ingiusta aggressione». Nel futuro del dibattito giuridico internazionale, ha aggiunto mons. Auza, ci vuole «crescente attenzione alla persona umana e alla società nella quale vive, poiché, oltre alle forze di polizia, ai tribunali, ai giudici, ai procuratori e al resto delle infrastrutture legali, il compito della legge è irraggiungibile senza fiducia sociale, solidarietà, responsabilità civile, buon governo ed educazione morale». «La famiglia, le comunità religiose e la società civile – ha concluso mons. Auza – giocano un ruolo indispensabile nel creare una società che possa promuovere l’integrità pubblica e sostenere il ruolo della legge».