Mondo

Sicurezza, Rapporto Unipolis: in Europa paura per crisi economica e terrorismo

Crisi economica, degenerazione del panorama politico e terrorismo le principali preoccupazioni degli italiani e degli europei, se pure con forti differenze geografiche. A rivelarlo è l'VIII Rapporto sulla sicurezza e l'insicurezza sociale in Italia e in Europa, realizzato per Fondazione Unipolis da Demos&Pi e Osservatorio di Pavia su un campione di 6mila intervistati e presentato oggi a Roma (Camera dei deputati).

Come nelle precedenti edizioni, la ricerca combina due prospettive: la percezione sociale della sicurezza, rilevata attraverso sondaggi realizzati tra il 12 e il 30 gennaio 2015 in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, cui si aggiunge quest’anno la Polonia; la rappresentazione mediatica degli stessi temi, in base all’indicizzazione dei Tg (2014 e gennaio 2015) negli stessi Paesi, cui si aggiunge l’analisi delle testate regionali della Rai del prime time (TgR ore 19.30). La crisi preoccupa in particolare i cittadini polacchi (61%). Seguono Spagna (56%), Italia (55%) e Francia (51%). Disoccupazione al primo posto per italiani (44%) e spagnoli (43%). Inefficienza e corruzione della politica prioritarie per il 23% degli italiani e il 28% degli spagnoli. Sull’onda dei fatti di Parigi, il 18% dei francesi indica il terrorismo come primo problema, il 41% lo colloca ai primi due posti. Il dato supera di pochi punti il valore tedesco (37%); elevato anche quello britannico (26%).

In Italia, afferma l’VIII Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale, è l’instabilità politica ad occupare il primo posto della «graduatoria delle paure» (61%). Seguono apprensioni su futuro dei figli (55%), perdita del lavoro (46%) o della pensione (40%), eventualità di «non avere abbastanza soldi per vivere» (39%). L’indice «di insicurezza economica» si abbassa dal 73 al 67% e il 43% degli interpellati ha tra i propri familiari almeno una persona che ha cercato lavoro senza trovarlo; il 24% qualcuno che nell’ultimo anno è stato messo in cassa integrazione o in mobilità; il 28% ha in famiglia almeno una persona che ha perso il lavoro. Per 8 intervistati su 10 le disuguaglianze economiche sono aumentate negli anni. L’indice di insicurezza connessa alla criminalità riguarda invece il 44% degli intervistati. Il 31% degli italiani teme di subire un furto in casa; il 21% teme per le truffe nei pagamenti elettronici (bancomat e carta di credito) oppure di essere vittima di scippi. Nel complesso, l’indice d’insicurezza «assoluta», che somma insicurezza globale, economica, legata alla criminalità, si contrae leggermente: dopo il picco del 2012 (41%), le persone insicure su tutte le dimensioni scendono a poco più di un terzo (34%).

Solo il 14% degli italiani ha fiducia nello Stato (24% in Spagna, 38% in Francia, 4l% in Gran Bretagna). Unica eccezione la Germania dove il 65% dei cittadini esprime fiducia nei confronti dello Stato. La fiducia nelle istituzioni europee riguarda solo il 27% degli italiani (fino a pochi anni fa «euroentusiasti»), il 28% dei britannici, il 40% dei francesi. Al 41% Spagna, al 42% Polonia. Massimi livelli in Germania (53%), anche se il 37% dei cittadini tedeschi ritiene che la valuta continentale «comporti solo complicazioni» e, per questo, «dovrebbe essere messa da parte». Più di un italiano su tre percepisce gli immigrati come «pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone», e minaccia per l’occupazione (33%). Per il 29%, gli immigrati sono un «pericolo per la nostra cultura, identità e religione». Apertura generale, invece, sul piano dei diritti di cittadinanza sociale e politica: il 72% è «favorevole a concedere la cittadinanza a figli di immigrati nati in Italia» e per l’84% è giusto che votino alle elezioni amministrative. Sul tema sbarchi, l’opinione pubblica si divide tra logica dell’accoglienza (46%) e logica dei respingimenti (45%).

Atti terroristici e timore di nuove guerre occupano in modo preponderante l’agenda dei notiziari europei e italiani, con maggiore incidenza in quelli del nord Europa (in Germania il 51%), rivela il Rapporto nella sezione dedicata alla rappresentazione mediatica della sicurezza che riporta l’analisi dei principali Tg nazionali di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, e del Tgr italiano (2014 e gennaio 2015). Nelle ultime tre settimane i fatti di Parigi e la paura di attentati terroristici hanno «il 78% e 69% di visibilità sul complessivo delle notizie ansiogene». È il contenuto stesso dei servizi a destare preoccupazione: «In oltre due terzi dei servizi ansiogeni vi è un riferimento esplicito alla minaccia che il terrorismo islamico rappresenta per le comunità occidentali». Per quanto riguarda le «altre» paure, in Italia il notiziario attribuisce «ai fatti criminali il record dell’insicurezza» (65%). Residuale lo spazio ansiogeno legato alla criminalità in Germania e Francia. La comunicazione sull’immigrazione nel corso del 2014 non è invece declinata in modo ansiogeno: «Già nel 2013 – fanno notare gli analisti – si era verificato un cambio di prospettiva» anche grazie alla visita di papa Francesco a Lampedusa, ai racconti dei migranti sopravvissuti al mare e ai video choc nel Cie.