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Siria: Cor Unum, incontro coordinamento tra organismi

Un incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi siriana: a promuoverlo, il 30 maggio, è il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, per “tracciare un bilancio del lavoro svolto finora dagli organismi caritativi cattolici nel contesto della crisi, evidenziare le criticità emerse e individuare le priorità per il futuro”.

L’incontro, che si pone “in continuità con il percorso intrapreso negli ultimi due anni dalla Santa Sede” e a seguito dell’incontro del 4-5 giugno 2013 organizzato dallo stesso Pontificio Consiglio, e al quale hanno dato la loro adesione 25 organismi operanti in Siria e nell’area del Medio Oriente, si strutturerà in due momenti: nel corso della mattina, dopo l’introduzione del card. Robert Sarah, presidente di “Cor Unum”, che coordinerà i lavori – informano gli organizzatori in un comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana – vi sarà la relazione del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin. Interverranno poi monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e monsignor Antoine Audo, presidente di Caritas Siria.

Verranno presentate, infine, le attività svolte dall’ufficio informazioni di Beirut, istituito lo scorso anno per raccogliere e distribuire dati sul lavoro degli organismi cattolici. Nel pomeriggio ci si concentrerà sugli aspetti concreti della collaborazione tra i diversi soggetti in Siria e nei Paesi limitrofi. “La Siria è al centro dell’attenzione della Comunità internazionale per il perdurare della grave crisi umanitaria che si è prodotta a seguito della guerra”, si legge nel comunicato. La Santa Sede, assieme all’attività diplomatica, attraverso la rete delle Nunziature, i rapporti con le Chiese locali e il lavoro delle agenzie caritative cattoliche, partecipa attivamente ai programmi di aiuto e assistenza umanitaria. Secondo i dati disponibili, la crisi avrebbe provocato finora circa 160mila vittime, mentre sarebbero più di 2 milioni i siriani rifugiati, la maggior parte nei Paesi dell’area mediorientale e mediterranea, e circa 6 milioni gli sfollati interni.