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Siria e Libano: delegazione ortodossa e cattolica russa tra i profughi siriani

Tre sono le prospettive di lavoro che la Chiesa cattolica e il Patriarcato di Mosca stanno valutando per sostenere la popolazione siriana.

È quanto è emerso al termine di un viaggio che una delegazione composta dall’arcivescovo di Mosca, Paolo Pezzi, dal sacerdote Stefan (Igumnov) del Patriarcato di Mosca e da rappresentanti della Fondazione «Aiuto alla Chiesa che soffre» – hanno compiuto in Libano e in Siria dal 6 al 7 aprile. Un’iniziativa – spiega monsignor Pezzi – che ha avuto la benedizione di Papa Francesco e del Patriarca Kirill. «Erano informati e questo viaggio è una conseguenza pratica del loro incontro a Cuba dove, come sappiamo, uno dei temi importanti di cui si è parlato, è stato non solo la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, ma anche la possibilità di offrire loro una solidarietà e sostenere il loro desiderio di rimanere in quelle terre».

Nel corso del viaggio, la delegazione ha individuato tre prospettive di lavoro. La prima è quella di «fare un censimento della situazione reale delle comunità cristiane» perché possa rimanere nella memoria delle future generazioni il racconto di cosa è realmente accaduto. La delegazione ha poi deciso di «fare un monitoraggio dei luoghi di culto» per censire quante chiese c’erano nelle città; quali sono state distrutte e quali danneggiate; quali sono quelle che richiedono un intervento primario; quali invece quelle che possono «essere ricostruite dopo». La terza ipotesi – che dovrà essere concretizzata in tempi relativamente brevi – è quella di creare una rete di solidarietà tra famiglie cristiane in Russia e famiglie cristiane in Siria.

Il viaggio è il segno che qualcosa nel dialogo tra le Chiese si sta muovendo. «Si sta sviluppando – osserva mons. Pezzi – un ecumenismo della carità, un ecumenismo dell’ascolto l’uno dell’altro, un ecumenismo in cammino che non si preoccupa di definire cose ma di verificarle in atto».