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Siria, sacerdoti rapiti: la Chiesa cerca un contatto con i sequestratori

I cristiani di Aleppo stanno cercando contatti con i sequestratori dei due sacerdoti Michel Kayyal (armeno cattolico) e Maher Mahfouz (greco ortodosso) rapiti il 9 febbraio da un gruppo di ribelli armati sulla strada che da Aleppo conduce a Damasco. Ma finora i tentativi di aprire canali e trattative per liberare i due preti non hanno avuto esito. 

Ne dà conto all’Agenzia Fides l’Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, Boutros Marayati. «I sedicenti rapitori – riferisce a Fides l’Arcivescovo – hanno telefonato al fratello di uno dei due sacerdoti e hanno detto solo: ‘Loro sono con noi’. Ma non hanno spiegato cosa si nasconde dietro quel ‘noi’, e non hanno avanzato richieste. Dal canto nostro, abbiamo circoscritto la zona in cui sono tenuti sotto sequestro, e stiamo cercando di aprire un canale di trattativa attraverso i capi tribù di quella zona. Finora i nostri tentativi non hanno avuto effetti concreti. Non sappiamo quale sia la matrice del gruppo di sequestratori, se si tratta di ribelli, di banditi, di altro. Ci domandiamo cosa significhi la scelta mirata di rapire due sacerdoti, tra i tanti passeggeri del bus assalito dai sequestratori».

Padre Kayyal e padre Mahfouz stavano viaggiando a bordo di un autobus pubblico, diretti alla casa salesiana di Kafrun, Sulla via che va da Aleppo a Damasco. A trenta da Aleppo, i sequestratori hanno fermato il mezzo, hanno controllato i documenti dei passeggeri e poi hanno fatto scendere solo i due sacerdoti, portandoli subito via con sé.

Mons. Marayati non conferma le indiscrezioni su un riscatto di 160mila euro richiesto dai rapitori per il rilascio dei due sacerdoti. L’Arcivescovo riferisce a Fides che da ieri il quartiere di Aleppo dove si trova la sua residenza e gli insediamenti pastorali della comunità armeno-cattolica è al centro di esplosioni e scontri armati tra l’esercito lealista e i ribelli. (GV)