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Strage in Pakistan: p. Bhatti, «Governo faccia di più per eliminare odio e chi lo fomenta»

«La mia più grande preoccupazione è che il governo non ha ancora preso le misure necessarie con programmi a medio e lungo termine per eliminare questo odio sempre più diffuso nel Paese». Parla così Paul Bhatti, ex ministro pakistano, commentando al Sir l'attacco oggi in Pakistan dei talebani contro una scuola di Peshawar, che ha fatto decine di morti e feriti, la maggior parte dei quali studenti giovanissimi.

«È gente che non ha religione, non ha cuore, non ha umanità», dice dall’Italia Bhatti. Si tratta però dell’ennesimo tragico evento che si aggiunge ad una lunga scia di sangue. «Ormai è routine in Pakistan», fa notare Bhatti, che ricorda la coppia bruciata viva dentro un forno solo qualche tempo fa. «Quello che ci preoccupa – aggiunge – è che il governo non riesca a prendere misure concrete per prevenire questi attacchi. Qui non si tratta soltanto di cambiare la legge sulla blasfemia o di arrestare qualche persona. Occorrono programmi a lungo e medio termine per ridurre questi attacchi e agire laddove crescono e si fomentano queste ideologie estreme».

Il riferimento di Paul Bhatti è preciso: «Ci sono in Pakistan una serie di scuole dove vengono formate queste persone, soprattutto giovani e addirittura bambini, che sono pronti a vivere e morire per certe ideologie. E il governo non ha ancora avviato nessun programma e nessuna azione per risolvere questo problema. Questa la mia più grande preoccupazione. Il governo deve fare passi concreti: ogni anno vengono fuori da queste scuole migliaia di bambini con ideologie che poi sono difficili da controllare. Gente manipolata che manipola, che fa presa soprattutto laddove povertà e ignoranza sono più diffuse. Due elementi che si sposano, l’uno con l’altro, in un meccanismo che lascia poca speranza».