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TERRA SANTA: A BETLEMME SITUAZIONE GRAVE AD UN ANNO DA ASSEDIO

“Le condizioni in Terra Santa non sono migliorate. Specialmente a Betlemme dove domani ricorre il primo anniversario dell’inizio dell’assedio militare israeliano alla Basilica della Natività di Betlemme”, in risposta all’occupazione della Basilica da parte di oltre 200 tra miliziani e civili palestinesi. A denunciarlo al Sir è il Custode di Terra Santa, padre Giovanni Battistelli: “i continui coprifuoco hanno aggravato la situazione, senza dimenticare il progetto per la costruzione di un muro intorno a Betlemme che prevede la demolizione di altri nuclei abitativi e la separazione dal resto della città di un gruppo di 60 famiglie cristiane”. “Continuano, inoltre, a scarseggiare viveri e medicinali ed ora anche le case dopo le demolizioni ad opera dell’esercito israeliano” aggiunge il religioso che fa suo l’appello della Congregazione per le Chiese orientali rivolto, nei giorni scorsi, a tutte le diocesi del mondo chiamate a sostenere le comunità cristiane di Terra Santa. Appello che arriva in vista della tradizionale colletta del Venerdì santo che la Chiesa ha sempre dedicato ai Luoghi Santi. “La Custodia – dichiara padre Battistelli – ha lanciato a Betlemme un piano per la realizzazione di 36 case per famiglie cristiane bisognose o che hanno avuto la loro abitazione distrutta dai soldati israeliani. Questo programma, a cui anche il Papa ha contribuito, rappresenta un grande aiuto per le nostre famiglie cristiane altrimenti costrette sempre più a lasciare questa Terra. A Betfage, sabato 12 aprile, benediremo circa 70 appartamenti nel villaggio San Francesco. Comprendiamo le difficoltà del momento attuale ma invitiamo tutti i cristiani a non dimenticare la Terra Santa”. E il prossimo pellegrinaggio, dal 22 al 25 aprile, di una delegazione di vescovi italiani guidati dal segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori rappresenta “un segno tangibile della vicinanza e della solidarietà della Chiesa italiana alla Terra Santa”. Parlando, infine, della guerra in Iraq il religioso non crede che “le cifre, che parlano di migliaia di giovani arabi pronti ad attacchi suicidi contro le truppe angloamericane, siano rispondenti a verità, almeno per quanto riguarda quelli provenienti dalla Terra Santa. Qualcuno ci sarà anche ma non molti”. Più preoccupazione suscita invece “un eventuale coinvolgimento esterno nel conflitto della Siria e dell’Iran. Avevamo messo da parte le nostre maschere a gas speriamo di non doverle di nuovo prendere”. Sir