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Terra Santa: vescovi Hlc 2015 a Hebron, «città della separazione»

(dall'inviato Sir a Hebron) - «La città dove si vede il conflitto dal vivo. Muri, controlli, posti di blocco, zone vietate. È la città della separazione».

Così monsignor Felix Gmur, vescovo di Basilea, commenta al Sir la sua tappa a Hebron, nell’ambito della annuale visita-pellegrinaggio in Terra Santa dei vescovi Usa, Ue, Canada e Sudafrica membri dell’Holy Land Coordination. Hebron, cuore della Cisgiordania, 30 chilometri a sud di Gerusalemme, è una città costellata da insediamenti israeliani, anche dentro la città vecchia, a difesa dei quali l’esercito con la stella di David ha posto un gran numero di soldati, creando di fatto un regime di separazione e di restrizioni di movimento all’intera popolazione della città. Sono continue le provocazioni dei coloni ai danni della popolazione palestinese secondo quanto riferito ai vescovi da alcuni membri dell’Ong israeliana per la difesa dei diritti umani B’tselem.

«Gli stessi coloni – aggiunge il vescovo svizzero che, insieme agli altri presuli, è stato accompagnato in giro per la città dagli osservatori del Temporary International presence in Hebron (Tpih) – si sono imprigionati da soli all’interno di Hebron. Non esiste libertà ma solo divieti. È triste vedere tutto ciò. Una città separata per la quale non si vede via di uscita». Per monsignor William Kenney, membro della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, «colpisce la mancanza di dignità che accompagna la vita dei palestinesi di Hebron. La situazione è difficile ma ciò che si deve tenere presente è che ogni uomo ha la sua dignità che va rispettata in ogni momento. Ben vengano, dunque, le campagne di Ong per la difesa dei diritti umani come B’tselem che aiutano i palestinesi a difendere i loro diritti con strumenti di denuncia delle violazioni come le riprese video».