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Terra Santa: vescovi Usa, «sostenere soluzione due stati»

«Sostenere la soluzione a due Stati: un Israele sicuro e riconosciuto che viva in pace con uno Stato palestinese libero e indipendente. Le grandi linee di questa soluzione sono ben note; purtroppo è mancata e sembra mancare ancora una volontà politica per arrivarci»

Lo hanno ribadito, al termine del loro pellegrinaggio in Israele e Palestina, 18 vescovi americani, in un comunicato in cui tracciano un bilancio dei loro incontri che li hanno portati anche nella Striscia di Gaza. Nel testo i vescovi parlando di «segni di contraddizione» come «il gigantesco muro che separa gli Israeliani e i Palestinesi», segno di «sicurezza» per gli israeliani e di «occupazione» per i palestinesi. «Il contrasto tra Israele i Territori palestinesi occupati è, a sua volta, un segno di contraddizione. Traversando la frontiera, ci si sposta dalla libertà e dalla prosperità all’intimidazione dei posti di blocco militari, all’umiliazione e a una grande povertà». «La comunità cristiana – denunciano i vescovi – emigra a un ritmo allarmante. La politica israeliana a Gerusalemme -Est impedisce a un cristiano sposato con una persona residente all’esterno della città di viverle insieme, le politiche di sicurezza limitano i movimenti e confiscano terre, cosa che compromette la possibilità di molte famiglie cristiane di sopravvivere. La dura realtà delle forze di occupazione spinge ad abbandonare il paese».

«Anche i musulmani soffrono per le medesime cause, ma hanno minori possibilità di emigrare». Per i vescovi Usa «non c’è soluzione militare al conflitto, ma tragicamente la violenza sui due fronti mina la fiducia necessaria per arrivare alla pace. Il tracciato del muro di separazione, la confisca delle terre palestinesi in Cisgiordania, soprattutto nei dintorni di Betlemme e nella valle di Cremisan, così come l’ampliamento delle colonie minacciano di logorare la soluzione a due Stati. Se la porta per la pace si chiude, il futuro dei Palestinesi e degli Israeliani sarà minacciato. Gli Stati Uniti – termina il messaggio – devono mobilitare la comunità internazionale per sostenere le due parti adottando i criteri per una soluzione duratura che definisca le frontiere; uno statuto aperto e condiviso per Gerusalemme; con scadenze pianificate».