Mondo

Terremoto Nepal, Caritas prosegue aiuti «in condizioni difficilissime». Tre milioni dalla Cei

Il nuovo bilancio, ancora provvisorio, del forte sisma che sabato ha colpito il Nepal è di almeno 3.600 morti. La Conferenza episcopale italiana ha stanziato 3 milioni di euro per i primi aiuti, mentre la rete Caritas si è già mobilitata.

La rete Caritas continua i suoi aiuti alle vittime del terremoto in Nepal, seppur in condizioni difficilissime. Sono state mobilitate altre Caritas e team di esperti in supporto alla Caritas Nepal. La priorità rimane la ricerca dei sopravvissuti e l’assistenza ai senza tetto con beni di prima necessità, soprattutto acqua e materiale igienico sanitario, oltre che tende, coperte e teli per ripari temporanei. Vi è una preoccupazione particolare per la fasce più vulnerabili, come minori, anziani, disabili. Tutto è ancor più complicato dalla fredda temperatura notturna e dalla pioggia. Caritas italiana ha messo ieri a disposizione un primo contributo di 100mila euro e, grazie anche ai suoi operatori nell’area, resta in costante contatto con le Caritas dei Paesi colpiti. Per offerte:  www.caritas.it

Da parte sua la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 3 milioni di euro per la popolazione nepalese. La presidenza Cei ha deciso di destinare i fondi 8xmille per aiuti di prima emergenza attraverso mons. Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India e Nepal. Papa Francesco ieri ha assicurato «vicinanza alle popolazioni colpite», preghiera «per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità» e ha chiesto la mobilitazione della comunità internazionale perché «abbiano il sostegno della solidarietà fraterna».

Il cordoglio per le migliaia di vittime del terremoto in Nepal è stato espresso anche dalle Chiese cristiane di tutto il mondo e, in particolare, dell’Asia. In un comunicato congiunto firmato dai rispettivi segretari generali a Ginevra e a Chang-Mai (Tailandia) il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) e la Conferenza delle Chiese cristiane in Asia esprimono il loro dolore per le popolazioni del Nepal e del Nord India che hanno perso i loro cari e sottolineano come il terremoto abbia causato vittime non solo in Nepal ma anche in India e Cina e sia stato avvertito, provocando danni, nei Paesi limitrofi come Pakistan e Bangladesh. «Si teme – scrivono le Chiese – che il bilancio finale delle vittime e dei danni sia molto più alto di quello già confermato». Le Chiese apprezzano gli aiuti che diversi governi hanno già predisposto e l’azione già avviata sul campo dalle agenzie umanitarie in soccorso alle popolazioni ed invitano «le organizzazioni umanitarie specializzate dell’intera famiglia ecumenica di estendere il più possibile il supporto per l’assistenza in Nepal e nelle aree vicine colpite».