Mondo

Terremoto in Messico: 248 vittime il bilancio provvisorio

È di 248 vittime e di numerosi dispersi il bilancio provvisorio del forte terremoto che si è verificato ieri in tarda mattinata in Messico (in serata ora italiana). In questo momento, quando in Messico è ormai notte, i soccorsi proseguono in una situazione di grande paura e concitazione.

Contrariamente al sisma di dieci giorni fa, l’epicentro è stato nel cuore del Paese, ad Axochopan, nello stato di Morelos, ai confini con lo stato di Puebla. La scossa principale ha raggiunto i 7,1 gradi della Scala Richter e si è verificata a 57 chilometri di profondità. Proprio Puebla è la città più colpita, ma il maggior numero di vittime si registra attualmente nella capitale, Città del Messico, che dista dall’epicentro circa 120 chilometri.

In questo momento le frammentarie notizie (le comunicazioni telefoniche con il Messico, impossibili subito dopo il sisma, sono ancora precarie) parlano di 117 vittime a Città del Messico, 72 nello stato di Morelos, 43 nello stato di Puebla, 3 nello stato di Guerrero.

Ma si prevede che il bilancio sia molto più grave, anche se sicuramente inferiore al terribile sisma che proprio lo stesso giorno, 32 anni fa, provocò circa 10mila vittime.

Vasta eco sta suscitando, in queste ore, il crollo di una scuola privata nella parte meridionale di Città del Messico: si tratta della scuola Enrique Rébsamen, nel cui crollo sono morti almeno 22 alunni e 4 adulti. «Sicuramente l’edificio non era costruito secondo le regole – commenta per il Sir da Città del Messico il sociologo Rodolfo Soriano-Núñez, docente alla Fordham University di New York -. Qui la gente è esasperata. Nel pomeriggio il ministro dell’Interno è stato cacciato via dal luogo nella città dove si era recato. Mai avevo visto trattare così un membro del Governo, ma ci sono state molte polemiche per il modo in cui la politica ha gestito i primi aiuti dopo il terremoto dello scorso 7 settembre in Oaxaca e Chiapas. Il terremoto qui è stato impressionante, ma una prima verifica ci dice che non si tratta di un cosa grave come quella di trentadue anni fa». Un docente all’Università di Puebla, Marco Antonio Cerdia, contattato attraverso Twitter, spiega che a Puebla «la situazione è grave nel centro della città, mentre non ci sono particolari danni in periferia, dove io vivo». A Puebla l’Università è stata tra gli edifici più colpiti. L’aeroporto di Città del Messico, inizialmente chiuso, è stato riaperto alle 16 ora messicana.