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Texas, strage in chiesa: 26 morti. Card. DiNardo, «basta violenza armata»

Hanno fra i cinque e i 72 anni le 26 persone uccise mentre partecipavano alla Messa della domenica nella chiesa della loro piccola comunità, a Sutherland Springs, in Texas. La condanna del presidente dei vescovi americani

Tra le vittime ci sono bambini, una donna incinta e anche la figlia del pastore. La strage è la peggiore nella storia dello Stato, ha detto il governatore Greg Abbott, mentre sfuggono ancori i motivi che abbiano potuto armare la mano di quel giovane giunto vestito completamente di nero, con un giubbotto antiproiettile, per aprire il fuoco ancor prima di entrare nella chiesa dove era in corso la funzione, e continuare ancora dentro.

Il killer sarebbe stato identificato in Devin Kelley 26enne di una contea vicina, con esperienza da militare. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump da Tokyo ha detto: «La sparatoria in Texas è stata compiuta da un individuo che aveva enormi problemi mentali, semplicemente uno squilibrato».

«Esiste un problema di base nella nostra società e di questo tutti dobbiamo essere consapevoli. Una cultura della vita non può più tollerare la violenza armata in ogni sua forma», ha dichiarato con fermezza il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale statunitense. «Questo evento tragico ed incomprensibile allunga la lista, sempre in crescita, delle uccisioni di massa; alcune delle quali avvengono anche nelle chiese mentre le persone sono in preghiera o in adorazione», ha continuato il cardinale, che ha assicurato le sue preghiere e quelle di tutte le chiese cattoliche, addolorate per la comunità battista, «riunita in un luogo sacro, ora sfigurato da una terribile violenza».

«Il male perpetrato su bambini e anziani riuniti in preghiera non ha senso e non potrà mai essere pienamente compreso. La nostra incredulità e il nostro shock sono schiaccianti. Non ci può essere alcuna spiegazione davanti ad una tale scena di orrore consumatasi nella chiesa di questa piccola comunità». Così l’arcivescovo Gustavo García-Siller di San Antonio, città distante poche miglia dal luogo dell’eccidio compiuto ieri nella chiesa battista di Sutherland Springs che conta meno di 400 abitanti e gli unici luoghi pubblici sono il distributore di benzina e la posta. Mons. García-Siller chiama più volte fratelli i membri della chiesa battista, noti a tutte le parrocchie vicine anche per il lavoro comune a favore della pace e della riconciliazione nelle diverse comunità. L’arcivescovo ha poi invitato tutte le Caritas della diocesi a mettersi al completo servizio delle necessità dei feriti e delle famiglie delle vittime. Infine, ha esortato tutti i cristiani ad «essere luci nell’oscurità» e a pregare perché «la pace regni in mezzo alla violenza schiacciante della nostra società». Intanto proseguono le indagini sull’assalitore, trovato morto nella sua macchina per un colpo di arma da fuoco, di cui ancora bisogna stabilire la provenienza. Il presidente degli Stati Uniti, in visita in Giappone, ha assicurato che sta seguendo la situazione e tutto il lavoro investigativo necessario a comprendere le motivazioni di questa ennesima sparatoria di massa.