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The State of the Union: Tajani, «chi vuole farci ritornare nel recinto delle frontiere statali racconta favole»

Antonio Tajani, intervenendo alla conferenza sullo Stato dell'Unione (The State of the Union) in Palazzo Vecchio a Firenze ha messo in guardia da «muri, frontiere, nazionalismi, spacciati come antidoti per una globalizzazione che sembra essere sfuggita al controllo».

«Noi europei, dobbiamo essere molto fieri di quanto abbiamo realizzato negli ultimi settant’anni. Abbiamo vissuto il più straordinario rinascimento di tutta la nostra storia. Il lavoro, il talento, l’imprenditorialità, la creatività europea, hanno dato vita ad un’epoca di benessere e crescita diffusa, in una cornice di forte solidarietà. Purtroppo, gli ultimi dieci anni di crisi hanno frenato questo processo virtuoso e lo stesso slancio europeista. La paura porta a rinchiudersi, al rigetto del modello di società aperta promosso dall’Unione. Riappaiono muri, frontiere, nazionalismi, spacciati come antidoti per una globalizzazione che sembra essere sfuggita al controllo». Lo ha affermato questa mattina il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, intervenendo alla conferenza sullo Stato dell’Unione (The State of the Union) in Palazzo Vecchio a Firenze. «Ma se c’è una lezione che dobbiamo imparare, è che la globalizzazione ha profondamente mutato il concetto di sovranità. Solo esercitando insieme una parte della sovranità nazionale, possiamo tutelare i cittadini nella realtà sempre più complessa del mondo globale». Tajani ha aggiunto: «Chi vuole farci ritornare nel recinto delle frontiere statali racconta favole. Chi indica nella costruzione europea la causa del nostro malessere, sbaglia bersaglio. Al contrario, l’Unione è parte della soluzione. Solo lavorando insieme, parlando con una sola voce, i Paesi europei possono proteggerei propri cittadini».

«Oggi l’Unione è ad un bivio. Possiamo ascoltare le sirene di chi vuole rinchiuderci nei nostri confini; cullarci nell’illusione di essere protetti dalle insidie del mondo. Oppure, decidere di continuare il nostro cammino». Antonio Tajani nel suo lungo discorso ha toccato i temi della sicurezza e difesa, dell’ambiente, delle imprese e dell’economia e lavoro, delle migrazioni e i rapporti Ue e Africa. «I leader europei hanno il dovere di guardare oltre l’orticello dei propri interessi elettorali. Devono dimostrare di avere una visione d’insieme che guardi al futuro. È l’unico modo per dare risposte vere ai nostri cittadini su sicurezza, immigrazione o disoccupazione». Quindi ha affermato: «La stella polare del mio mandato è riavvicinare l’Europa ai suoi popoli, restituendo primato alla politica e difendendo la centralità e le prerogative del Parlamento. Questa istituzione è il ponte per superare il fossato tra il ‘castello’ europeo e i cittadini, la chiave per riaprire le nostre porte». «L’uscita del Regno Unito dimostra che non sempre siamo stati all’altezza delle sfide. Ma è anche la prova concreta che uscire dall’Unione è un danno irreparabile. Per evitare nuovi processi di disgregazione bisogna fare appassionare nuovamente i nostri cittadini a questo grande avventura europea. Lo dobbiamo a chi ci ha regalato 70 anni di pace e prosperità. Lo dobbiamo alle nuove generazioni che si meritano un’eredità altrettanto preziosa».