Mondo

Ungheria: Orban trionfa, al via il terzo mandato. I titoli dei giornali in Europa

Ecco come i principali quotidiani stranieri hanno commentato la netta affermazione del premier ungherese Viktor Orban, riconfermato con ampia maggioranza alla guida del Paese.

«Il padrone di Budapest ora può dormire tranquillo: regnerà altri quattro anni su questo Paese dell’Europa centrale di 9,8 milioni di abitanti, nazione che egli intende ‘salvare’ e ‘difendere’. E davanti al mondo esterno, che egli considera nemico e pericolo, potrà vantarsi di una rinnovata legittimità». Così Le Monde descrive la vittoria del premier ungherese di Viktor Orban, riferendo come la leader del Front National Marine Le Pen sia stata tra le prime a complimentarsi: «L’inversione dei valori e l’immigrazione di massa sostenute dall’Ue sono state di nuovo respinte», ha scritto. «Cosa succederà con l’Ungheria e l’Europa?» titola il Frakfurter Allgemeine considerando che «per l’Ue, associazione di Stati democratici, rimane la domanda su come fare politica con Orbán», ora che egli «tiene saldamente le redini nelle sue mani» in questa «ultima tappa della desiderata democrazia illiberale». E vede sulla cancelliera Angela Merkel «pressione per far ragionare il suo collega del partito democratico cristiano Orbán».

Per El Pais «la terza vittoria di Orbàn consolida il populismo xenofobo in Ungheria»; ma l’esito va a beneficio anche del populismo europeo che, secondo l’olandese Volkskrant, con questa vittoria «mantiene il suo portabandiera non-ufficiale». «L’unica cosa che lega gli ungheresi», scrive sempre il quotidiano dei Paesi Bassi, «è la paura». L’inglese The Guardian commenta l’esito descrivendolo una «sfida» per l’Ue: «Abituata a lottare con Brexit, ora affronta un Paese nel cuore del continente che esce dai valori liberali del club, ma che continua a riscuotere gli assegni». Il sito dell’austriaco Kronen Zeitung, il più letto nel Paese, oggi titola: «Anche se tanti europei non lo vogliono, Orban vince chiaramente nella grande battaglia per la madre patria».