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Venezuela: Marquez (Caritas), 80% della popolazione in difficoltà, bambini e anziani malnutriti

«L’80% della popolazione venezuelana ha difficoltà a trovare cibo e reperire farmaci. Più della metà si trova in condizioni estreme, soprattutto i bambini e gli anziani, prime vittime della malnutrizione, ma la situazione difficile riguarda tutti, poveri e classe media». Lo racconta in una intervista al Sir da Caracas la direttrice di Caritas Venezuela, Janeth Marquez.

«Ci sono persone – spiega la Marquez – che hanno perso fino a 20 chili di peso perché non hanno soldi per sfamarsi. Molti cercano cibo nella spazzatura, ci sono tantissimi bambini denutriti». La Caritas del Venezuela sta rispondendo all’emergenza umanitaria provocata dalla crisi economica e politica organizzando mense solidali in cui le persone condividono ciò che hanno, oltre a programmi sanitari e distribuzione di medicinali.  «Per la Chiesa e le organizzazioni della società civile sta diventando tutto più complicato – spiega – perché ogni giorno bussano alle nostre porte per chiedere aiuto ed è difficile scegliere a chi destinare gli aiuti, sono talmente tante le necessità». La Caritas lavora in tutto il Paese, distribuisce cibo in strada o casa per casa e si espone. «Ci sono momenti di paura e parrocchie in cui non possiamo lavorare per l’insicurezza e la presenza di gruppi armati – dice -. Però la Chiesa è uno degli attori che ha più credibilità tra la popolazione e più progetti sociali, mense sociali e servizi. Molti giovani che prima ci aiutavano come volontari ora stanno uscendo dal Paese e purtroppo questo incide sul nostro lavoro». E’ inoltre difficile far arrivare aiuti umanitari dall’estero, in particolare farmaci: servono permessi speciali che il governo non concede «perché vorrebbe dire riconoscere che non è in grado di risolvere i problemi dei venezuelani».

«L’anno scorso il governo ha usato il tema del dialogo per confermare la possibilità di mantenersi al potere però noi crediamo che l’unica via d’uscita da questa situazione sia la negoziazione», afferma  Janeth Marquez, commentando la richiesta di 12 Paesi latino-americani al Vaticano di intervenire nuovamente nella mediazione tra governo e opposizione. «Il dialogo è importante però ci deve essere pari partecipazione delle parti – precisa Marquez -, e che siano rispettate le condizioni richieste dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, nella sua lettera, tra cui la definizione di un calendario elettorale, la liberazione dei prigionieri politici, la restituzione delle prerogative al Parlamento, l’autorizzazione all’invio di aiuti umanitari. Gli altri temi sono difficili ma almeno l’assistenza umanitaria dovrebbe essere garantita. Gran parte della popolazione non ha molta fiducia nel dialogo e non lo appoggia con forza però nei prossimi mesi penso sarà necessario e fondamentale».

Il fatto che milioni di persone siano scese in strada a manifestare significa che «la gente ha iniziato a cambiare atteggiamento nei confronti del governo che hanno appoggiato per 17 anni. C’è un’alta percentuale di scontenti perché non vedono soddisfatti i loro bisogni primari come cibo e medicine, per questo molti scendono in piazza». «La situazione è molto complicata – osserva la direttrice di Caritas Venezuela – però almeno la gente comincia ad avere consapevolezza della necessità di un cambiamento. Noi come Chiesa e come corpo intermedio della società civile pensiamo che le cose non cambieranno molto rapidamente. Sicuramente c’è più consapevolezza di prima, però manca la coesione sociale».