Mondo

Virus Ebola: Caritas internationalis, «fondamentale la funzione dei leader religiosi»

Conferenza stampa organizzata dalla Caritas Internationalis sulla risposta della Chiesa cattolica alla diffusione del virus Ebola.

«Ebola non è solo un’epidemia o un’emergenza sanitaria, ma una vera e propria crisi umanitaria e sociale. È opportuno riconoscere che la funzione dei leader religiosi è fondamentale, perché hanno la fiducia delle persone e le loro parole sono molto autorevoli sia nelle comunità che nelle famiglie». Lo ha detto il direttore di Caritas Sierra Leone, Edward John Bull, durante la conferenza stampa organizzata dalla Caritas Internationalis sulla risposta della Chiesa cattolica alla diffusione del virus Ebola. «Per questo motivo – ha spiegato Bull – più di 200 tra sacerdoti e imam sono stati coinvolti nelle attività di sensibilizzazione a livello comunitario, e sono oltre 4mila i gruppi di condivisione che, attraverso manifesti e volantini, conducono le raccomandazioni principali per la prevenzione del virus nei paesi più colpiti».

Tra i relatori anche il dottor Timothy Flanigan, professore di Malattie infettive alla Brown University School of Medicine. «Sono circa 22 milioni – ha spiegato Flanigan – le persone che vivono in aree focolaio del virus in Guinea, Liberia e Sierra Leone e più di 10 milioni necessitano di cure e assistenza sanitaria. In questi Paesi servono dai due ai quattro giorni per inviare i campioni di sangue ai laboratori: per contrastare il virus in modo efficace questo non basta».

«Molti ospedali nei paesi colpiti dall’Ebola stanno chiudendo per evitare rischi ulteriori di contagio e non riapriranno se non con personale specializzato nella lotta al virus e con sistemi di sicurezza sanitaria adeguati», ha detto il responsabile del gruppo di medici e infermieri camilliani padre Aristelo Miranda intervenendo nel corso della conferenza stampa informativa sull’epidemia di Ebola organizzata dalla Caritas Internationalis e che ha visto la presenza di rappresentanti della Chiesa cattolica e di organizzazioni umanitarie.

«Ci sono ancora tanti casi non dichiarati, nascosti – ha proseguito padre Miranda – e soltanto negli ultimi tre giorni di quarantena nazionale decisa dal governo del Sierra Leone sono stati identificati oltre 200 casi sospetti. È necessaria – ha concluso – una risposta multisettoriale che tenga conto del complesso contesto in cui l‘epidemia si sta espandendo». Su posizioni molto simili si è espresso anche il Segretario Generale di Caritas Guinea, padre Matthieu Loua. «Fermare l‘epidemia identificando i casi sospetti non basta – ha affermato padre Loua – bisogna garantire tutti i servizi essenziali alle popolazioni e preservare la loro stabilità attraverso strutture e attrezzature adeguate. Ma non bisogna mai dimenticare – ha ribadito Loua – le attività di sensibilizzazione delle comunità che rappresentano al momento la componente fondamentale nella prevenzione».