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Yemen: Msf, 4 attacchi ad ospedali in 3 mesi, chiesta indagine indipendente

L’organizzazione internazionale medico umanitaria Medici senza frontiere (Msf) denuncia: «Il conflitto in Yemen si sta combattendo con un totale disprezzo per le regole della guerra».

Le attività mediche di Msf in Yemen sono state infatti attaccate quattro volte in meno di tre mesi, e ogni incidente è stato più grave del precedente. «Il modo in cui si combatte in Yemen sta arrecando enormi sofferenze e dimostra che le parti in conflitto non riconoscono e non rispettano lo status protetto di ospedali e strutture sanitarie. Ne vediamo le conseguenze devastanti ogni giorno sulle persone intrappolate nelle zone di conflitto», dichiara Raquel Ayora, direttore delle operazioni di Msf. Da quando è scoppiato il conflitto, nel marzo 2015, i luoghi pubblici vengono colpiti e bombardati su vasta scala. «Nulla è stato risparmiato, nemmeno gli ospedali, anche se le strutture mediche sono esplicitamente protette dal diritto internazionale umanitario».  «Sempre più spesso assistiamo ad attacchi alle strutture mediche che vengono minimizzati ed etichettati come ‘errori’ o ‘sbagli’ – prosegue Ayora -. Proprio la scorsa settimana il ministro degli Esteri britannico ha affermato che in Yemen non ci sono state deliberate violazioni del diritto umanitario internazionale da parte dell’Arabia Saudita. In questo modo, bombardare erroneamente un ospedale protetto diventerebbe un’azione tollerabile. Questa logica è offensiva e irresponsabile».

Msf ha deciso di richiedere un’indagine indipendente da parte della Commissione d’inchiesta umanitaria internazionale sull’attacco all’ospedale di Shiara e ha già richiesto l’attivazione della Commissione dopo il bombardamento del proprio ospedale traumatologico a Kunduz, in Afghanistan, da parte dell’esercito degli Stati Uniti. Msf è ancora in attesa di sapere dal governo degli Stati Uniti se acconsentirà o meno alle indagini.  «È questa la nuova prassi: un ospedale di Msf bombardato al mese? Quanti altri ospedali sono attaccati in Yemen e in altre zone di conflitto, gestiti da personale medico che non ha la stessa forza di Msf per denunciare all’opinione pubblica quanto sta accadendo?», si chiede Joanne Liu, presidente internazionale di Msf. «Ci rifiutiamo di accettare che questa tendenza prosegua con una totale assenza di responsabilità – aggiunge -. Abbiamo urgente bisogno di garanzie dalle parti in guerra che gli ospedali funzionanti non diventino mai un obiettivo legittimo».

In Yemen Msf lavora nei governatorati di Aden, Al-Dhale’, Taiz, Saada, Amran, Hajjah, Ibb e Sana’a.  Dall’inizio della crisi nel marzo 2015 hanno trattato più di 20.000 feriti di guerra e inviato più di 790 tonnellate di forniture mediche. Msf gestisce 11 ospedali e centri sanitari e supporta altri 18 centri sanitari.