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Yemen: Onu, 1.900 morti per colera, 2 milioni di bambini malnutriti

Lo Yemen, già dilaniato dalla guerra civile, è sull'orlo della carestia, con 2 milioni di bambini con malnutrizione acuta. La situazione è aggravata da una epidemia di colera che ha già fatto 1.900 vittime.

«Questa è la peggiore epidemia di colera al mondo all’interno della più grande crisi umanitaria al mondo. Solo negli ultimi tre mesi sono stati registrati 400mila casi sospetti di colera e circa 1.900 morti associati alla malattia». A parlare così dello Yemen sono Anthony Lake, direttore generale Unicef; David Beasley, direttore esecutivo Wfp, e Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms a conclusione della missione congiunta effettuata nel Paese dove servizi vitali per la salute, l’acqua e l’igiene sono paralizzati a causa di oltre due anni di conflitto. Lo Yemen è sull’orlo della carestia; circa 2 milioni di bambini sono colpiti da malnutrizione acuta che li rende ancora più vulnerabili al colera. Medici, infermieri e volontari stanno lavorando senza sosta per salvare vite.

Oltre 30mila operatori sanitari non ricevono lo stipendio da più di 10 mesi, molti lavorano ancora per dovere. Di qui la richiesta dei tre responsabili alle autorità dello Yemen di pagare urgentemente gli operatori sanitari. «È necessario un impegno duraturo – affermano – per fermare la diffusione della malattia. Circa l’80% dei bambini dello Yemen ha immediato bisogno di assistenza umanitaria.

Quando abbiamo incontrato i leader dello Yemen, ad Aden e a Sana’a, abbiamo chiesto loro di garantire agli operatori umanitari accesso alle aree colpite dal conflitto e abbiamo sollecitato – più di ogni altra cosa – che venga trovata una soluzione politica pacifica al conflitto». La crisi dello Yemen richiede una risposta senza precedenti: «Chiediamo adesso alla comunità internazionale di moltiplicare il suo supporto per le persone dello Yemen. Se non faremo nulla adesso, la catastrofe che abbiamo visto espandersi davanti ai nostri occhi non solo continuerà a mietere vite, ma comprometterà il futuro delle prossime generazioni e del Paese per gli anni a venire».