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Chiese a rischio inquinamento: accendiamo le candele ad altari alterni

di Marco LapiMacché fumo di sigarette o lotta all’obesità. Girolamo Sirchia, solerte ministro difensore della salute nostra, farà bene a occuparsi da qui in avanti di soggetti ben più a rischio, ossia i cattolici che si ostinano ad andare in chiesa respirando incenso o addirittura contribuendo all’inquinamento dell’aria con l’accensione di qualche candela votiva. Già, perché secondo uno studio compiuto dall’esimio professor Theo de Kok dell’Università di Maastricht e pubblicato di recente sull’European Respiratory Journal, un’autorevole rivista medica internazionale, incenso e candele rilasciano pericolose quantità di particelle potenzialmente cancerogene, tanto che, afferma lo stesso de Kok, «dopo una giornata di candele accese in chiesa i livelli di tali sostanze sarebbero venti volte più elevati di quelli registrati in una strada trafficata di città».

Stando così le cose, c’è da chiedersi se non si debba gridare al miracolo di fronte alla buona salute di cui sembrano comunque godere non solo tanti fedeli ma anche tantissimi sacerdoti e suore, soggetti ovviamente più a rischio assieme a sagrestani e innocenti chierichetti che, nel maneggiare abilmente il turibolo, ahiloro, non sanno quello che fanno. Comunque, il fatto che le rilevazioni dello studio siano state compiute all’interno della cattedrale di Maastricht può suscitare un dubbio o una preoccupazione in più, a seconda di come la si voglia vedere.

Quante candele verranno mai accese in una cattedrale della secolarizzata Olanda? E se a Maastricht fossero poche, non è che in Italia siamo più a rischio? A meno che l’inquinamento, e i conseguenti rischi per la salute, non siano provocati piuttosto dai tanti cattolici «tiepidi». Tutti fumo, cioè, e niente arrosto. Altrimenti, in parallelo con i blocchi del traffico, si potrebbe proporre l’accensione delle candele ad altari alterni…