Opinioni & Commenti
Il Papa in Turchia, un ponte tra Occidente e Oriente
Poi è venuta la radicalizzazione di un certo islamismo, l’11 settembre, la guerra in Iraq, la crescita di una certa diffidenza e suscettibilità anche in Turchia (Paolo VI al contrario aveva potuto non solo entrare ma anche pregare in Santa Sofia). Le polemiche seguite al discorso di Ratisbona hanno avuto una eco risentita soprattutto in Turchia perché nell’accenno all’uso della forza da parte dell’Islam si è voluto sentire come una sconfessione di un grande impero in cui Istanbul rivede la sua gloria e la sua grandezza per almeno sei secoli e perché contemporaneamente questo islamismo rifiuta la guerra santa come essenziale all’Islam.
Ma il Papa è andato molto più in là. Professando il suo amore per il popolo turco e il suo rispetto e la sua ammirazione per l’Islam, ha reso pretestuosa e stonata ogni polemica. Meglio ancora, impostando il dialogo interreligioso non sulle sabbie mobili della politica contingente, ma sui grandi temi dell’uomo e del pianeta, lo ha reso insieme necessario e duraturo. La fede comune in un unico Dio di chi lo prega piegando le ginocchia o piegando la fronte, la sinergia di fatto di tutte le religioni nel richiamare l’uomo disincantato del nostro tempo alla trascendenza, l’alleanza per la pace a cui le grandi religioni con la convergenza di miliardi di fedeli possono portare quasi la totalità dell’umanità: sono stati questi i grandi temi che Benedetto XVI ha portato alla ribalta con il suo viaggio in Turchia.
E non è stato reticente su questioni che andavano toccate nonostante la loro delicatezza: la condanna della violenza con motivazioni religiose, la collaborazione con le istituzioni internazionali nella lotta al terrorismo, l’apprezzamento di una sana laicità e il rispetto della libertà religiosa con chiaro riferimento ad una Turchia dove i cristiani, sia cattolici, sia ortodossi, sentono sempre di più il peso della emarginazione e talvolta anche della discriminazione a livello della società civile.
Il riavvicinamento fra le Chiese di Occidente e di Oriente che già Paolo VI aveva chiamato «sorelle» e di cui Giovanni Paolo II aveva riconosciuto la «comunione anche se non perfetta fra loro» oggi sta soprattutto in questa comune difesa e in questa inevitabile scommessa di un dialogo dentro un mondo in cui è sempre più difficile vivere senza convivere.
Il Papa in Turchia: il piccolo gregge si stringe attorno al suo Pastore
I discorsi del Papa nella Visita in Turchia (28 novembre – 1° dicembre 2006)