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La paura degli israeliani premia Sharon

di Romanello CantiniDue anni di governo Sharon non hanno dato ad Israele né la sicurezza né la normalità che era stata promessa dal premier in carica. Eppure, nonostante il ripetersi degli attentati, la crisi economica e persino alcune accuse di corruzione Sharon non solo vince, ma stravince le elezioni.E’ evidente che gli israeliani cercano oggi soprattutto una guardia del corpo. E’ stato soprattutto un voto paralizzato dalla paura del presente e stanco di immaginare un qualsiasi futuro diverso. Sul voto ha pesato non solo la storia recente, ma anche la contingenza immediata di una sempre più probabile guerra contro l’Iraq con una propensione quasi automatica a scavare nuove trincee anziché a gettare ponti.Il partito laburista che all’ultimo momento con il suo candidato Amran Mitzna aveva lanciato l’idea di un negoziato da riprendere anche senza che prima cessasse il terrorismo è stato sonoramente sconfitto. Alla sua credibilità non ha certo giovato la coabitazione nel governo Sharon e una battaglia elettorale improvvisata solo all’ultimo momento su posizioni diverse.

Se i laburisti manterranno le promessa fatta da Mitzna di non allearsi mai più con Sharon, il premier vincente sarà costretto a formare un’alleanza di centro destra con i partiti religiosi ultraortodossi. In questo caso Sharon dovrà rinunciare a cercare un appoggio di quel partito Shinui che, con la sua polemica contro le organizzazioni religiose, ha rappresentato la vera sorpresa di una elezione che vede questo partito centrista-populista a ridosso del partito laburista. E se l’alleanza sarà cercata solo in direzione della destra, Sharon dovrà fare i conti anche con chi da questo lato propone non solo la rioccupazione, ma anche l’espulsione dei palestinesi dai territori occupati. In questa eventualità perfino l’amministrazione americana potrà difficilmente concedere quei 12 miliardi di dollari (il doppio di quanto la Casa Bianca ha promesso l’anno scorso all’intero Terzo mondo) di cui Sharon ha urgentemente bisogno per continuare la sua offensiva e per affrontare una crisi economica sempre più grave.

E’ quindi più che probabile che la vittoria di Sharon diventi alla fine troppo esagerata per governare e per garantire stabilità. La prospettiva di nuove elezioni a breve termine non è da scartare. Le convulsioni politiche rispecchiano fedelmente la drammaticità di una crisi in attesa di una svolta ancora di là da venire.