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Livorno, discriminati perché credono nella famiglia

La vicenda, salita alla ribalta della cronaca nazionale nei giorni scorsi, era iniziata lo scorso anno quando «I Baluardi» avevano presentato al Centro risorse educative del Comune il progetto «Conosci il tuo cuore?!» che riguarda l’educazione/prevenzione nei confronti dei preadolescenti. Il progetto però era stato escluso, perché poco congruo rispetto alla finalità del programma «Scuola-Città», ma soprattutto perché avrebbe coinvolto «bambini/ragazzi appartenenti a famiglie eterogenee per composizione, cultura, valori, ecc.» e la proposta de «I Baluardi», era sembrata «segnatamente orientata sul piano culturale e ideologico» allo staff che giudicava i progetti.

Inoltre nella motivazione dell’esclusione si faceva riferimento allo Statuto dell’Associazione, giudicando non adatta a presentarsi alla scuola «di oggi» una realtà che sostiene che «l’unica forma familiare possibile è quella fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna e sulla reciproca fedeltà oggi attaccata da modelli familiari alternativi», perché avrebbe potuto «creare disagio in bambini/ragazzi educati con/a diverse sensibilità». Sono state queste parole che hanno fatto parlare di discriminazione, perché il principio della famiglia fondata sul matrimonio non riguarda tanto un precetto ideologico, quanto piuttosto l’articolo 29 della Costituzione Italiana.

Così i membri dell’associazione «I Baluardi», nata a Lucca nel 2006, su iniziativa di alcune famiglie toscane, per dare vita ad attività che promuovessero e sostenessero la famiglia, hanno denunciato il fatto in diverse occasioni, ma solo dopo due articoli pubblicati sul quotidiano nazionale Avvenire, il Comune ha fatto marcia indietro.

«Il fascicolo che raccoglie i progetti presentati al Comune che vanno ad integrare la proposta formativa degli istituti scolastici del territorio – aveva chiarito l’assessore Roncaglia – riguarda aree disciplinari e scolastiche diverse, che non prendono in esame la sfera valoriale e la costruzione della personalità, pertanto la proposta presentata da “I Baluardi”, non aveva i requisiti, mentre – ha sottolineato l’Assessore – potrebbe far parte di un altro genere di progetti da offrire alla città». Il riferimento allo Statuto contenuto nelle motivazioni era dunque, secondo l’assessore, «inopportuno e inidoneo».

Un chiarimento, avvenuto anche nel corso di una seduta del Consiglio comunale, che si è rivelato opportuno visto l’errore commesso dai responsabili della struttura comunale nel motivare l’esclusione del progetto e che mira a offrire uno spazio adeguato, anche nella scuola livornese, alle proposte dell’associazione «I Baluardi». Non si può discriminare un’associazione solo perché crede nel concetto di famiglia descritto dalla Costituzione della Repubblica.

C.D.