Opinioni & Commenti

Margherita Hack e i limiti della scienza

A voce come sul web sono rimbalzate parole simili, scontate ma forse non banali. Perché nel facile abbinamento tra Margherita e il cielo è come se trasparisse nei tanti che l’hanno ammirata e apprezzata il desiderio che il suo ateismo non fosse nemmeno per lei l’ultima parola, che quel paradiso cui diceva ostinatamente di non credere, in qualche modo e da qualche parte potesse esserci. Un pensiero che però non le avrebbe certo fatto piacere. Da viva, coerentemente, non ne avrebbe sorriso, ma riso con sarcasmo per tanta grullaggine.Al di là delle sue posizioni estreme, la Hack sapeva suscitare simpatia, non fosse altro per quel contrasto immediato tra la profondità della sua scienza e la trasandatezza nell’aspetto e nell’espressione, complice quel fiorentino popolare, quasi becero, mai rinnegato né annacquato dai tanti anni vissuti in terra giuliana. Ma anche per le indubbie capacità divulgative che si mischiavano alla passione per lo sport (da lei praticato soprattutto in gioventù, con ottimi risultati) come all’amore per gli animali (fino alla scelta vegetariana).

Un personaggio anticonformista indubbiamente capace di bucare il video, come riconosce su ilsussidiario.net Marco Bersanelli, suo collega nello studio delle stelle ma diametralmente all’opposto in fatto di fede. Ed è significativa la sua riflessione sulla minor rigidità che trapelerebbe dall’ultimo libro della Hack, fino al riconoscimento del «limite intrinseco del metodo scientifico» rispetto alle domande di significato: «La scienza sviscera le cause piccole e grandi di quello che c’è, non il perché c’è. Non spiega, ne potrà mai spiegare perché c’è l’universo, perché c’è la vita». Non siamo molto lontani dalla celebre frase di Albert Einstein, «Chi non ammette l’insondabile mistero, non può essere neanche uno scienziato».

«A me pare che la religione che Margherita disdegnava – scrive ancora Bersanelli – era legata a un’idea ridotta di Dio e a un’idea moralistica della fede. Non poteva sopportare che Dio fosse una svendita del bisogno umano di comprendere, la “scappatoia per spiegare quello che la scienza non sa ancora spiegare”. Mentre l’uomo è fatto per conoscere, la fede come lei la intendeva e la conosceva era piuttosto una passività, un rifugio, un’auto-consolazione. Ma la Fede è ben altro! Così oggi che Margherita è scomparsa dispiace che non ci siano state più occasioni di dialogo, di confronto, per provare a intendersi meglio».

«Quando ci sono io – aveva detto in una delle ultime interviste – non c’è la morte, quando c’è la morte non ci sono più io, quindi non ha senso aver paura». Hanno scritto che si è spenta mentre suo marito Aldo, 93 anni, con cui era sposata dal 1944, le sussurrava «ti amo». Era come dirle che non siamo fatti solo di materia. E magari ha continuato a sentirle un attimo dopo, quelle stesse parole, da quell’«Amor che move ’l sole e l’altre stelle» che la sua scienza non poteva spiegare.