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Natale, la rinunzia e il fanatismo, due facce della confusione

di Franco CardiniInsomma, che cosa ci sta succedendo? Vediamo i fatti di questo psicodramma frutto dell’equivoco, dell’ignoranza e della malafede.Atto primo, la rinunzia. Perdere la propria identità illudendosi di facilitare il dialogo. Succede nella scuola elementare Ciardi di Treviso, dove alcune insegnanti propongono di eliminare la consueta recita scolastica dedicata al Natale – in pratica un «presepio vivente» – e di sostituirla con Cappuccetto rosso per non urtare la sensibilità dei loro piccoli allievi musulmani. Succede in una scuola del comasco, dove una maestra invita i suoi scolari a cantare in coro una canzoncina di Natale con «virtù» al posto di Gesù, per non offendere la sensibilità di due bambini musulmani presenti in classe.

Atto secondo, la demagogia fanatica. Aggredire chi è diverso da noi, rifiutare di accettarne la diversità per ricostruire artificialmente un’identità finora trascurata o addirittura negata. Ecco quelli della Lega Padana che esortavano a non versare più l’Otto per mille alla Chiesa cattolica rea di difendere gli extracomunitari. Ecco quelli che fino a ieri ostentavano il loro cosiddetto «laicismo», cioè il loro agnosticismo anticlericale se non addirittura anticattolico, le Oriane Fallaci e i Giuliani Ferrara, che adesso rivendicano la bellezza «dei nostri campanili» (contro i minareti), che invitano a leggere il Corano per smascherarne la supposta infamia mentre non hanno mai preso in mano una Bibbia o anche solo un Vangelo.

Possono sembrare, come si diceva una volta, «opposti estremismi». Macché. Sono fratellini brutti e cattivi; sono facce della stessa ripugnante medaglia fatta d’ignoranza e di malafede.

Il nostro cosiddetto Occidente, fino a ieri, era fatto di credenti cristiani (spesso tiepidi e timidi) e di non-credenti (spesso aggressivi). Oggi, ad essi si sono aggiunti altri, credenti sì ma d’un’altra fede: tra loro, c’è addirittura una minoranza chiusa, intollerante, violenta. Quel ch’è necessario è difendere il loro diritto alla diversità, comprendere questa diversità, rispettarla; e al tempo stesso insegnar loro a rispettare la nostra religione e le nostre leggi. Non è difficile. Chi è musulmano – se non è un «fondamentalista», cioè uno che usa la religione come un’ideologia – non per questo è anticristiano. Cristianesimo e Islam non sono due opposti: sono due fedi diverse, nate da una stessa radice abramitica.

Dinanzi a una cultura diversa con la quale si voglia entrare in contatto, vi sono tre errori fondamentali da non fare. Primo: rinunziare alla propria. Secondo: auspicare che tutti abbandonino le rispettive tradizioni. Terzo: pretendere che siano gli altri a cedere unilateralmente e ad adeguarsi a noi.

Il corretto atteggiamento è valorizzare le nostre tradizioni e introdurre i nostri ospiti o i nostri nuovi concittadini provenienti da tradizioni diverse alla loro comprensione; e comprendere e rispettare le loro. In uno spirito di collaborazione, di crescita culturale e di complementarietà.Perché mai dovremmo rinunziare al Presepio se da noi ci sono dei musulmani? Insegnamo piuttosto ai ragazzi che frequentano le nostre scuole il valore del Presepio e del Natale: tanto più che il Corano parla – e in modo commovente – di Gesù, di Maria e dei Magi. E magari, in tempo di Ramadan, insegnamo ai nostri ragazzi a notare che i loro compagni musulmani fanno a meno della colazione e invitiamoli a riflettere sulla serietà con la quale essi seguono la loro fede.

Quanto ai falsi neocristianucci diciamo che si è cristiani se si può recitare in buona fede, e con intima adesione, il Simbolo Niceno, cioè il Credo. Altrimenti, cristiani non ci si può dire. Chi cerca giustificazioni nobili per la sua propaganda faziosa, vada a trovarsele altrove. La Chiesa cattolica non è il posto giusto per queste cose.

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