Opinioni & Commenti

Nella Rete da cristiani per evangelizzare il «continente digitale»

di Domenico Delle Foglie

E’ davvero un Nuovo Mondo quello che la Rete sta costruendo e i cattolici devono partecipare a quest’avventura. Anzi, sono chiamati da Pietro a impregnarla dell’antropologia cristiana e a metterla «al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile».Chi forse si attendeva un arroccamento della Chiesa dinanzi alla rivoluzione digitale, sarà rimasto deluso. Da sempre maestra di comunicazione, ancora una volta ha mostrato tutta la sua «giovinezza», proprio perché sa tenere salde le sue radici, sulle quali innesta strumenti nuovi da vivificare con i propri valori e con la passione per l’umano. Solo qualche giorno fa Benedetto XVI ha lanciato il suo messaggio per la 43esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dal titolo «Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia». Un testo che parla a tutti gli uomini e le donne, soprattutto giovani, che navigano nella Rete. A tutti noi spiega che, nell’accostarci alla vita in Internet, non solo dobbiamo essere profondamente consapevoli, ma dovremo anche maturare una vera e propria dimensione di responsabilità sociale. E possiamo essere protagonisti, a condizione di nuotare contro la corrente che vuole fare di noi dei recettori di altri e diversi linguaggi, valori, culture, religioni, stili di vita e consumi. Insomma, bisogna vivere nella Rete, ovvero in questo nuovo «ambiente» culturale che definire «artificiale» è sbagliato in quanto negheremmo la forza dell’umanesimo che trova sempre nuove strade di espressione e relazione, ma da cristiani. E nel Web 2.0 non possiamo viaggiare disarmati. Basti pensare all’appello del Papa a «evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi».

Ma se queste sono le giuste avvertenze, è enorme il campo da solcare e fecondare, a partire dai social network come spazi di amicizia. Su questo concetto si sofferma a lungo Benedetto XVI e parla direttamente al cuore dei giovani. Con parole incoraggianti chiede di mettere al bando ogni timidezza e di evangelizzare il «continente digitale».

Torniamo così al Nuovo Mondo. Noi vi porteremo l’esperienza di relazione che la vita delle nostre comunità cristiane ci ha fatto sperimentare. Affronteremo la competizione culturale nel cyberspazio: pensate ai grandi temi della vita e della morte, così come alle grandi questioni sociali alle quali dobbiamo saper dare una risposta secondo una cultura della solidarietà, della sobrietà e della sussidiarietà.  Porteremo in dote la forza delle nostre comunità che sono luoghi veri, fatti di relazioni interpersonali e primarie, di «conflitti» governati nel segno della comprensione reciproca e del dialogo, in cui i poveri sono di casa. Luoghi veri, in contrapposizione ai «non luoghi». In fondo la sfida è tutta qui: fare della Rete un luogo vero per uomini e donne veri e non darla vinta ai costruttori di «non luoghi» per esseri umani ridotti al rango di utenti e consumatori. Un luogo per uomini liberi e non sudditi.