Opinioni & Commenti

Se la politica dimentica i problemi reali della gente

A colpire non sono i miliardi che circolano, fatti non di euro ma di promesse e di pseudo buoni propositi, ma la mancanza quasi totale di proposte innovative, che almeno prospettino strade e soluzioni nuove da battere. E colpisce la poca attenzione ai problemi del quotidiano, alle difficoltà che tutti o quasi si trovano ad affrontare.

È una campagna elettorale fatta soprattutto di grandi assenti. Come la sanità. E vero che è materia di competenza regionale, ma è anche vero che il fondo al quale attingono le Regioni è nazionale e dunque ci sono i momenti e le sedi per discutere dell’organizzazione sanitaria, del funzionamento degli ospedali e magari dello stesso acquisto dei vaccini da parte delle Regioni che anche quest’anno ha messo in luce, sul fronte antinfluenzale, notevoli carenze, se non errori. E il progressivo sfaldamento del welfare? E la burocratizzazione dei servizi sociali alla quale nessuna Asl sfugge? Anche qui la competenza è regionale ma ci sono fondi e finanziamenti statali. Se vengono prima erogati, e poi assegnati, come spesso accade, con ritardi e incongruenze, ne risentono i destinatari e non si può far finta di niente. E la solitudine nella quale si trovano spesso le famiglie di chi vive malattie degenerative? E i mille ostacoli che si trovano ad affrontare gli stessi servizi assistenziali del terzo settore?

Due soli esempi, sanità e welfare, di una campagna elettorale lunga, di fatto è iniziata il 5 dicembre 2016, logorante, dominata dalle mille interpretazioni in termini di ripartizioni di seggi di una legge elettorale cervellotica, e da parole d’ordine roboanti ed aggressive. Forse il Paese reale si accontenterebbe di risposte e proposte ai suoi affanni «minori», per gli altri, non si fa certo illusioni. Quello che chiede, senza la presunzione di saperlo interpretare, è che sia «governato» giorno dopo giorno, passo dopo passo, problema dopo problema.