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Un Giro «tutto sbagliato» dimentica la Toscana e Bartali

In tutte le altre edizioni la nostra regione non era mai mancata, quindi l’amara sorpresa giunta lunedì 7 ottobre con la presentazione dell’edizione 2014, la 97ª della storia, ha dell’incredibile. Dalle stelle del mondiale appena disputato alle stalle, viene da pensare, chiedendosi quale recondita ragione possa celarsi dietro una simile nemesi: domanda destinata fatalmente a restare senza risposta.

Dopo l’atipica partenza al venerdì – il 9 maggio – da Belfast, nell’Irlanda del Nord (due anni fa era toccato alla Danimarca e nel 2010 all’Olanda; a quando il via dagli Stati Uniti o dall’Australia?) e altre due frazioni nell’«isola di smeraldo», i corridori giungeranno in Puglia con il primo dei ben tre giorni di riposo previsti. Il percorso risalirà dunque la Penisola avvicinandosi alla nostra regione con le tappe di Montecopiolo e Sestola (l’ottava e la nona), che interesseranno l’Umbria, le Marche e l’Emilia Romagna. Poi via verso il Nord e la conclusione a Trieste, domenica 1° giugno.

La tappa di Montecopiolo è stata pensata, ci hanno spiegato, come omaggio a Marco Pantani nel 10° anniversario della morte, dato che il Pirata veniva ad allenarsi proprio sulle strade del Monte Carpegna. Ma un’altra grande ricorrenza è evidentemente destinata a restare senza celebrazione «territoriale» da parte della carovana rosa. Nel 2014 cade infatti il centenario della nascita di Gino Bartali, scusate se è poco. Per l’occasione, Firenze si era candidata a ospitare la partenza del Tour de France e sembrava ci fossero buone possibilità, poi è arrivata la candidatura di Leeds e la scelta è caduta sulla città inglese, che da celebrare aveva ben poco ma di soldi da offrire tanti di più. Una bella delusione, certo, per la Toscana, ma si sa come vanno le cose e ce ne siamo fatti una ragione. Che però a ignorare Bartali sia la corsa a tappe di casa nostra non si può proprio digerire. Facile la citazione del suo celebre «tutto sbagliato, tutto da rifare», visto anche il recente riconoscimento che gli è stato tributato da Israele per aver contribuito a salvare tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ma evidentemente la memoria non è la stessa per tutti, e anche per i Giusti tra le Nazioni può non esserci giustizia.