Opinioni & Commenti

Un buongiorno che può cambiare la giornata

di Francesco MininniTotò il buono, protagonista di Miracolo a Milano, dava il buongiorno a tutti. Ma incontrava soltanto persone distratte, scorbutiche, nervose o addirittura aggressive che, nel sentire il saluto, come minimo rispondevano scocciate: «Macchè buongiorno e buongiorno!».Per questo, alla fine del film, quando i barboni montavano a cavallo delle scope e volavano verso il cielo, appariva una scritta che diceva: «Verso un paese dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno». Saulo Macherelli non è Totò il buono. È un autista dell’Ataf, gli autobus di Firenze, che, a tutti i passeggeri che salgono sulla sua vettura, dalla porta lato guidatore, dà il buongiorno o la buonasera, a seconda dell’ora.Lo fa da anni, combattendo una sorta di diffidenza che, soprattutto nei primi tempi, ha portato molti a pensare che gli mancasse qualche rotella.

Come se, in tempi di scortesia, maleducazione o peggio, qualcuno che ti dà il buongiorno fosse un oggetto sconosciuto da etichettare come «picchiatello» e, chissà perché, sfuggirlo.

A noi pare invece che la tristezza e l’anomalia, in tutto questo, sia pensare che si tratti di una rarità. Saulo (che, guarda un po’, si chiama proprio come San Paolo) fa una piccola cosa che ritiene giusta e naturale e che in effetti dovrebbe appartenere a qualunque società civile fondata sul rispetto, la tolleranza e, soprattutto, la buona educazione.Noi, invece, siamo troppo occupati a rincorrere gli affari nostri per accorgerci di una piccola cosa e riuscire a gioirne o a trarne qualche utile insegnamento.

Dovremmo ricordare che soltanto mettendo insieme tante piccole cose si può arrivare a qualcosa di grande.