Opinioni & Commenti

Un impegno comune per evitare le morti sul lavoro

Ma questi lutti ci lasciano anche mortificati, perché in tutta onestà non possiamo dire che in Toscana non siano state messe risorse, idee e impegno per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. Purtroppo la realtà ci dice, drammaticamente, che non basta.

L’incremento degli infortuni nell’ultimo anno è certamente legato alla ripresa economica dopo la crisi, con l’aumento delle ore lavorate e dei carichi di lavoro. E rispetto a dieci anni fa, quando la crisi ebbe inizio, il mondo del lavoro è più frantumato, più precario, più povero: tre elementi naturalmente nemici della sicurezza. Questo deve spingerci ad un rinnovato impegno. Dobbiamo leggere bene i rapporti su ogni singolo infortunio e non limitarci ai numeri, per poter costruire campagne efficaci, mirate sui settori e sulle lavorazioni più a rischio, cogliendo le vere criticità. C’è ad esempio un problema legato ai giovani, che devono ricevere una formazione continua sulla sicurezza, perché oggi più di ieri i lavori, e quindi i pericoli, cambiano continuamente.

C’è un problema legato ai più anziani, oggi più numerosi nei luoghi di lavoro a causa della sciagurata riforma delle pensioni, con una valutazione attenta dei carichi di lavoro, che tenga conto anche dell’età. Dobbiamo utilizzare le ingenti risorse per la sicurezza dell’Inail per progetti ad hoc, semplificandone l’aspetto burocratico e le procedure e concentrandosi sulla sostanza. Per fare tutto questo bisogna rivitalizzare il tavolo regionale sulla sicurezza, concentrandoci sui lavori a rischio, a partire dalle lavorazioni legate ai silos, perché in quest’ambito si stanno verificando troppi incidenti mortali legati ai gas residui, non solo in Toscana ma in tutta Italia. La Regione si deve riappropriare di un ruolo centrale, sia operativo, come coordinamento di tutte le attività sulla sicurezza, sia di elaborazione (assieme a tecnici, università, rappresentanti dei lavoratori e delle aziende), per verificare e aggiornare le procedure o progettarne di nuove, alla luce dei mutamenti del lavoro.

Infine la grande battaglia è quella per promuovere la cultura della sicurezza. Non basta un corso di poche ore o qualche dispensa da leggere quando si inizia a lavorare. Serve una formazione strategica, vera e costante; a cominciare dalle scuole. Chiederemo alla Regione di rivolgere un invito forte agli istituti superiori toscani, accompagnato anche da risorse per progetti specifici, affinché prevedano, soprattutto per i professionali e i tecnici, un corso specifico sulla sicurezza. Su questo impegno però tutti devono fare il massimo. Di fronte al valore supremo della vita non ci possono essere resistenze o pigrizie, non c’è profitto o interesse di bottega che tenga, se vogliamo ancora poterci chiamare uomini.

*segretario generale Cisl Toscana