Opinioni & Commenti

Programmi elettorali, promettere costa poco

di Claudio TurriniSe avete una giornata di tempo libero, e non avete proprio niente di meglio da fare, potete dedicarla a leggere i programmi elettorali delle due coalizioni. Vi avviso subito però che sarete costretti a violare la par condicio. Perché per scorrere anche frettolosamente le 281 pagine di quello firmato da Romano Prodi non ci potrete mettere lo stesso tempo che richiedono le 20 paginette presentate da Silvio Berlusconi. Se invece l’impresa vi spaventa, o comunque non ne avete né tempo, né voglia, potete limitarvi alla sintesi che faticosamente vi abbiamo preparato. Con l’avvertenza che per quanto riguarda la Casa delle Libertà abbiamo riportato quasi fedelmente il testo delle proposte, limitandoci a qualche semplificazione e taglietto in qua e là, mentre per il programma dell’Unione abbiamo dovuto operare una grossa sintesi e spesso dire con parole nostre quello che era espresso molto più estesamente.

Lo stesso Prodi, che pure aveva presentato con orgoglio il frutto del lavoro di 500 uomini e donne che «hanno lavorato per mesi, con passione e intelligenza», si deve esser reso conto di avere un po’ esagerato, se ha sentito il bisogno di sintetizzare il tutto (fin quasi a banalizzarlo) in quattro scarne paginette tematiche. Operazione che perlomeno ha dato visibilità al tema della famiglia, molto in ombra nel testo integrale.

E proprio dalla famiglia è partito nella presentazione pubblica, per attaccare Berlusconi, comprendendo forse che su questo punto sarebbero potute arrivare le maggiori critiche del mondo cattolico. «Sulla famiglia – ha detto il Professore – il governo della Destra ha fatto molta retorica, ha speso molte parole. E mena scandalo per il nostro proposito di regolare in maniera civile le unioni di fatto. Ma il vero scandalo è l’assenza di una politica efficace e ad ampio raggio di sostegno alla famiglia, così come è definita dalla nostra Costituzione». Peccato però che sulle 85.140 parole del programma dell’Unione il termine «famiglia» ricorra solo 12 volte e mai in riferimento al dettato costituzionale (la «famiglia fondata sul matrimonio»). Come non compare mai, neanche per inciso, la scuola «paritaria» o il diritto dei genitori ad una libera scelta educativa.

Intendiamoci, lacune ce ne sono anche nel programma della Cdl. Di immigrati, ad esempio, si parla solo per il «contrasto all’immigrazione clandestina». E all’Europa sono dedicate poche righe generiche, con la politica estera e di cooperazione internazionale ridotta alla pura «alleanza» con gli Stati Uniti.

Quello che colpisce di più, da una parte e dall’altra, sono comunque le «promesse» ad effetto, come gli 800 euro di pensione minima (Berlusconi) o l’assegno di 2.500 euro annui per ogni bambino da 0 a 3 anni (Prodi), il nuovo «milione di posti di lavoro» (Berlusconi) e i cinque punti in meno dei contributi previdenziali (Prodi). Promettere costa poco a tutti. Nessuno però spiega con precisione dove andrà a prendere i soldi necessari. Perché la lotta all’evasione, che indica Prodi, pur sacrosanta, è una strada tutta in salita e dall’esito incerto. E quella agli sprechi che ripropone Berlusconi, altrettanto sacrosanta, ci ha già portato a raschiare anche il fondo del barile.

Cdl-Unione, proposte a confronto