Toscana

2004, un olio di gran carattere

di Andrea BernardiniCi aspetta un olio toscano buono ed abbondante. La conferma arriva da Coldiretti e dalle associazioni dei produttori olivicoli. Anche se l’inizio della raccolta delle olive è previsto per metà ottobre, non è azzardato fare previsioni. E le previsioni dei tecnici sono orientate all’ottimismo: «Se il prossimo periodo non ci riserverà condizioni climatiche anomale – afferma l’esperto di Coldiretti Toscana Andrea Pruneti – dagli oliveti toscani dovrebbero essere raccolte circa 130.000 tonnellate di olive, quasi il doppio rispetto allo scorso anno».In pratica: nelle prossime settimane servirebbe una temperatura mite, tanto sole ma anche qualche acquazone.E la produzione di olio? Dipenderà dal grado di inolizione dell’oliva: in media per ogni quintale di olive, si ottengono dai 15 ai 20 chilogrammi di olio. LE QUALITÀ DELL’OLIO«L’olio toscano avrà un sapore deciso ed un carattere marcato – commenta ancora Andrea Pruneti – dove riscontreremo l’amaro, il piccante ed il fruttato. Caratteristiche che sono quelle dell’oliva sana, raccolta direttamente dalla pianta, lavorata in pochi giorni in frantoio, spremuta a temperatura ambiente». I NUMERI IN TOSCANA Sono circa 70.000 gli olivicoltori della Toscana. Gli oliveti nella nostra regione occupano 95mila ettari di terreno. Se ne trovano un po’ ovunque, soprattutto nelle province di Firenze (26.700 ettari), Grosseto (15.600), Siena (13.900) ed Arezzo.

L’olio a denominazione di origine è copioso. Soprattutto il Toscano Igp (Indicazione di origine protetta) una produzione media oscillante dai 20 ai 25mila quintali, in pratica la metà di tutto l’olio a denominazione di origine che viene immesso in commercio in Italia.

Ma anche le più prestigiose Dop (Denominazione di origine protetta) «Chianti classico», duemila quintali a raccolta, o «Terre di Siena», mentre da quest’anno dovremmo avere sulla tavola anche la Dop «Lucca».

Se la media della produzione toscana è di 170 – 200mila quintali di olio, una discreta parte è destinata all’autoconsumo, alla vendita ad amici e parenti, a compensare i raccoglitori.

I TEMPI DELL’OLIOAncora qualche settimana, dunque, e le olive saranno mature al punto giusto per essere raccolte. Per le aziende si apre una fase di caccia alla manodopera: «Manodopera locale sempre meno reperibile» osserva Alberto Bellesi, presidente dell’Aiprol (l’associazione dei produttori olivicoli di Pisa e Livorno) per il quale appare dunque sempre più preziosa la disponibilità di extracomunitari. Poi inizierà la frangitura e a quel momento potranno essere tirate le somme.La nuova stagione riprenderà a gennaio, quando inizierà la potatura degli alberi. Potatura che richiede figure specializzate. Ma anche i potini sono sempre meno: sono per lo più anziani e non si vede la possibilità di un ricambio generazionale almeno in Toscana.

Ad aprile, la concimazione primaverile, cui seguirà la fioritura delle piante.

In maggio – giugno, la fase dell’allegagione dei frutticini. È questo anche il tempo degli eventuali trattamenti fitosanitari per la lotta alla tignola che aggredisce l’oliva. L’accrescimento delle olive inizia a luglio e si conclude, appunto, ad ottobre.

LA TRACCIABILITA’Sarà la prima stagione in cui verrà garantita per il consumatore la tracciabilità di tutto l’olio commercializzato. Fino ad oggi, infatti, in etichetta appariva solo la sede dello stabilimento di imbottigliamento. D’ora in poi potrà essere segnalata l’origine della materia prima: comunitaria, nazionale o di una zona più ristretta se l’olio è registrato come dop o igp. Dalla prossima raccolta l’olio non potrà più essere commercializzato sfuso, ma solo confezionato e in contenitori di capacità massima di 5 litri, con etichetta e sigillo di garanzia. «Sulla tracciabilità dell’olio e di tutti i prodotti agroalimentari Coldiretti si è battuta a lungo – commenta la sua presidente Alessandra Lucci – Il disegno di legge di iniziativa popolare perché nelle etichette venisse indicata l’origine della materia prima ha trovato il sostegno di oltre un milione di cittadini italiani». OCME sarà anche l’ultima stagione con l’attuale Organizzazione comune di mercato. Con l’attuale Ocm sarà riconosciuto dall’Unione europea un aiuto alla produzione di 1,30 euro al kg, a patto che in Italia si resti entro la produzione di 543mila tonnellate di olio. Altrimenti il plafond di 720 milioni di euro sarà ripartito per l’olio prodotto. Con la nuova Ocm (che partirà dal raccolto 2005) lo stesso plafond sarà così distribuito: almeno il 60% – ma ogni Stato membro dovrà decidere quanto – sarà attribuito agli olivicoltori in base agli ettari investiti e al di là dell’olio prodotto, tenuto conto della media quadriennale 1999-2002. Un premio particolare sarà destinato a quelli oliveti che si trovano in terreni (si pensi all’alta collina) dove la coltivazione è più difficile che altrove o che hanno un particolare valore ambientale. Fino ad un 10% del plafond sarà infine destinato al finanziamento di programmi di attività delle associazioni di olivicoltori che garantiscono servizi per il miglioramento della qualità dell’olio, per la sua promozione e commercializzazione, promuovono la tracciabilità del prodotto o corsi per assaggiatori.La storia:Il saltatore Luigi Fanciulli, dall’asta al ramo d’olivoLuigi Fanciulli è uno di quei giovani abituati a guardare in alto: l’asticella collocata a misure da brivido o il ramo d’olivo cui arrivare con scala e abbacchiatore.Senese, 28 anni, era a fine anni novanta una delle promesse del decatlon italiano: tre presenze in nazionale, 7250 punti il suo personale. Ma soprattutto una delle promesse nel salto con l’asta: 5,50 metri il suo personale ottenuto nel 2000, misura che lo collocava tra i primi tre in Italia. Col fratello Enrico cominciò a dedicarsi all’azienda agricola che un tempo fu del nonno. Ma lavoro nei campi ed attività sportiva agonistica ad alto livello non sono conciliabili. Così, di fronte ad una scelta, Luigi ha optato per l’agricoltura. Adesso, contitolare dell’azienda agraria «Bagno a Sorra» (160 ettari di terreno di proprietà o in affitto, destinati alla produzione di olio, vino e cereali) segue ogni anno le «sue» diecimila piante di olivo, dalla potatura alla raccolta, fino all’imbottigliamento e alla vendita. «Il nostro desiderio – dice Fanciulli – sarebbe quello di completare la filiera dotandoci di un frantoio. Ma i vincoli paesaggistici ce lo vietano. Vedremo».L’azienda produce mediamente tra i 60 ed i 70 ettolitri di olio extravergine all’anno. Olio ottenuto con tecniche di produzione biologica. Le previsioni per la prossima raccolta? «Sono molto fiducioso. Se non ci sarà un diluvio universale, l’olio quest’anno sarà molto abbondante».Luigi Fanciulli appare soddisfatto della scelta. «L’atletica? Adesso la pratico a livello amatoriale. Per mantenermi in forma».