Toscana

40° alluvione, a Firenze tornano gli «Angeli del fango»

Anche alcuni vescovi italiani e vertici della Conferenza Episcopale Italiana sono stati “angeli del fango”. Lo ha ricordato il cardinale arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli nell’omelia della messa celebrata il 4 novembre in cattedrale per il 40/o anniversario dell’alluvione. Si tratta di Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, di Luciano Monari, vescovo di Piacenza e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, di Diego Coletti, vescovo di Livorno e di Mansueto Bianchi, ex vescovo di Volterra, nominato dal Papa alla guida della diocesi di Pistoia.

“Oggi, a 40 anni di distanza – ha detto Antonelli – la memoria di quel tragico evento rimane ben viva e in parte rimangono aperte dolorose ferite. Rimane però assai viva anche la memoria delle forti energie morali e della splendida solidarietà che si svilupparono allora come risposta alle sfide della calamità naturale. L’amore per Firenze e la gran voglia di soccorrerla si concretizzò specialmente in quel bellissimo fenomeno che fu giustamente denominato ‘Gli angeli del fango’. Firenze, duramente colpita, seppe reagire con le sue doti migliori”.

“Paolo VI, venuto a portare la gioia del Natale di Cristo e a incoraggiare, in suo nome, la rinascita della città – ha aggiunto il cardinale – dichiarava di avere piena fiducia nella ‘tempra fiorentina’. La fiducia del Papa non era infondata. Effettivamente la popolazione già si era messa prontamente all’opera con ammirevole impegno. A conclusione dell’omelia lasciò ai fiorentini una precisa consegna: ‘rinascere popolo vivo e unito; popolo laborioso e credente; popolo fedele alla sua tradizione e moderno. Da allora molte cose positive senz’altro sono state fatte. I laboratori fiorentini si sono posti all’avanguardia per la scienza e la tecnica del restauro e hanno acquistato meritatamente fama internazionale. Molto però resta ancora da fare. Grande è ancora la quantità di beni storici e artistici che attende di essere recuperata. Il bacino dell’Arno ancora non è stato messo in sicurezza e occorrono ingenti risorse per i lavori necessari”.

Una lapide per ricordare Elide BenedettiUna lapide ricorderà la tragedia più triste e commovente dell’alluvione a Firenze. E’ stata scoperta il 3 novembre dall’assessore Eugenio Giani e benedetta da padre Carlo Guarnieri in via San Giuseppe all’angolo con via delle Casine, sulla casa (ora asilo comunale) dove quarant’anni fa morì Elide Benedetti, 66 anni.

L’episodio è documentato nel «chronicon» parrocchiale di San Giuseppe, fissato, con calligrafia inconfondibile, dall’allora parroco don Giuseppe Boretti. Una Messa in suffragio della signora Elide e in ricordo di don Boretti sarà celebrata in San Giuseppe sabato 4 novembre alle 18, mentre il giorno successivo, domenica 5 alle 16,30, sempre nella chiesa parrocchiale, la Filarmonica Rossini terrà un concerto commemorativo.

Negli stessi giorni sarà aperta una mostra di foto e documenti, supportata da un video con le testimonianze della gente della parrocchia, nella Cappella di Santa Croce al Tempio (la cosiddetta Compagni a de’ Neri) in via San Giuseppe. Mentre un’altra mostra sarà allestita nell’Oratorio di Sant’Ambrogio, in Borgo La Croce, in modo da documentare la storia di un intero quartiere, quello di Santa Croce, tra i più colpiti dall’alluvione del ’66.A. F. Il Maggio offre un concerto alla cittàLa sera del 4 novembre 2006 anche il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino parteciperà alle celebrazioni per il 40mo anniversario dell’alluvione di Firenze con un grande concerto offerto alla città. Tutte le componenti del Teatro vi partecipano, e il programma scelto, la “Petite Messe Solennelle” di Gioachino Rossini. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti. Si tratta di una pagina celebre, l’ultimo capolavoro di uno dei massimi operisti italiani, e al contempo una Messa, sacra e laica insieme (l’autore la definì “l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia”). Sul podio dell’ Orchestra e del Coro del Maggio, per dirigere la versione della messa orchestrata dallo stesso Rossini, Giuseppe Mega, con le voci soliste di Sarina Rausa, Nadia Sturlese, Fabio Bertella e Alessandro Luongo.

Con questa iniziativa s’intende ricordare come proprio il Teatro Comunale divenne simbolo della rinascita riuscendo ad inaugurare, dopo soli 23 giorni dal disastro, la Stagione Lirica programmata, grazie anche alla gara di solidarietà fra artisti da tutto il mondo e con i prestiti di altri teatri che si mobilitarono, chi prestando le poltroncine, come la Pergola, e chi elementi scenici, come la Scala. Fu un’inaugurazione, con “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi, certo non mondana ‘alcuni spettatori indossavano gli stivali di gomma, ed erano ben visibili a tutti i segni dell’ inondazione -, ma di straordinario significato, fortemente voluto da tutte le maestranze del Teatro che lavorarono giorno e notte, autentici angeli del fango anch’esse, fianco a fianco senza distinzioni di ruoli, accanto ai propri dirigenti – l’allora Presidente Delegato dell’Ente era Lelio Lagorio, Vice Sindaco, che insieme al Direttore Artistico Luciano Alberti sarà presente al concerto accanto a Vannino Chiti, Ministro per i Rapporti con il Parlamento -, per liberare dall’ acqua e dal fianco la platea, i sotterranei, il palcoscenico. Una mostra fotografica è stata allestita nel foyer, con la collaborazione della Galleria degli Uffizi, per documentare con immagini e articoli di giornali i danni del 4 novembre e la “rabbiosa”, miracolosa riapertura, vissuta come atto di fede e di volontà.

Prima del concerto verrà letto dal Sovrintendente del Maggio, Francesco Giambrone, un messaggio del Maestro Zubin Mehta, all’ epoca giovane direttore d’ orchestra fresco dei primi calorosissimi successi fiorentini, che apprese della tragedia mentre si trovava a San Francisco dalle immagini televisive girate da Franco Zeffirelli e diresse poi un concerto nel febbraio successivo nel Salone dei Cinquecento, dove era stata trasferita la Stagione Sinfonica. Il Maggio dunque commemora la tragedia che colpì anche le strutture del Teatro Comunale, dove ancora le targhe apposte in platea stanno ad indicare il livello delle acque d’Arno.

On line su www.intoscana.it la cerimoniaSarà possibile seguire in diretta online la cerimonia del 40/o anniversario dell’ alluvione di Firenze e del raduno degli Angeli del Fango che si terrà la mattina di sabato 4 novembre, dalle 9.30, nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Sarà sufficiente, informa una nota, collegarsi a www.intoscana.it , il portale ufficiale della Toscana, per vivere in diretta le emozioni di quella mattina e per ascoltare le interviste ai protagonisti di ieri e di oggi, provenienti dalla Toscana, dall’Italia e dall’estero. Lungarni illuminatiL’Arno, quarant’anni dopo, non fa più paura e si illumina per sottolineare la speranza e la rinascita. E’ l’iniziativa del Comitato ‘Inverno a Firenze’ che si affianca al Comune nel realizzare, sabato 4 e domenica 5 novembre, delle istallazioni scenografiche luminose sui lungarni storici fiorentini. Le luci, informano i promotori, rappresenteranno il filo della speranza mai perduta ma anche della memoria di quei giorni prima segnati dal buio e dal dolore e poi contraddistinti poi dalla luce e dall’energia positiva della gente.

Ma le iniziative per l’anniversario sono numerose. Cinque gigantografie che rappresentano la città alluvionata sono esposte fino al 20 novembre al mercato centrale di Firenze. Una medaglia, appositamente coniata dalla ditta Picchiani&Barlacchi, é stata consegnata dall’assessore comunale fiorentino Silvano Gori al sottotenente Alessandro Russo del 78/o reggimento Lupi di Toscana. La Camera di commercio di Firenze dedica ai giorni dell’alluvione il semestrale ‘Arti & Mercature’. L’edizione che ricorda l’anniversario si intitola ‘Il fango, l’orgoglio, il ricordo, oggi e quarant’anni fa’ e ripropone il fascicolo speciale di 250 pagine dedicato all’alluvione e alle altre iniziative per la ripresa economica uscito nell’autunno 1967.

L’emittente televisiva Tvr Teleitalia, infine, ha preparato uno spot di 30 secondi con immagini d’epoca che andrà in onda fino a domenica. Le iniziative per l’alluvione non riguardano però solo Firenze. A Prato è stata inaugurata la mostra fotografica ‘Prato, i giorni dell’alluvioné a palazzo Buonamici, promossa tra l’altro dalla Provincia e dal quotidiano La Nazione. La mostra resterà aperta fino al 25 novembre. Infine a Grosseto l’alluvione viene ricordata con la riapertura al pubblico della Chiesa dei Bigi dove domenica 5 viene presentato un volume fotografico.(ANSA).

VIGILI DEL FUOCO: ESPOSTI MODELLI DI AUTOMEZZI Due mostre allestite e curate dalla direzione regionale dei vigili del fuoco della Toscana, in occasione delle celebrazioni dell’alluvione di Firenze, nel loggiato superiore del Chiostro di S. Croce: una di modellini di automezzi dei vigili del fuoco e una rassegna stampa dell’epoca. I modellini sono in scala 1/14 e sono stati realizzati interamente a mano dal capo reparto dei pompieri Claudio Persenico che vive, lavora e crea gli splendidi modellini a Chiavenna in provincia di Sondrio. Abbinando l’entusiasmo per il proprio lavoro con la capacità, ereditata dal padre di lavorare il ferro, Claudio ha iniziato quasi per gioco circa 20 anni a costruire modelli di automezzi dei vigili del fuoco. Da allora ha costruito più di 90 modelli che ripercorrono l’evoluzione degli automezzi dal Corpo dei Civici Pompieri di metà ottocento fino ai giorni nostri.

La costruzione dei modelli si basa su foto o documenti d’epoca, ogni modello richiede dalle 200 alle 300 ore di lavoro. La rassegna stampa è stata realizzata grazie a tre volumi con ritagli di giornali dell’epoca ritrovati nell’archivio del Comando dei Vigili del Fuoco di Livorno. Questa rassegna stampa, fatta con giornali nazionali, fornisce un’idea dell’estensione dell’alluvione che non colpì solamente Firenze e il rilievo che venne dato in tutta Italia a quei tragici giorni. Sono stati utilizzati 16 pannelli che presentano, in ordine cronologico, 120 riproduzioni di altrettanti articoli apparsi sulla stampa nazionale nel novembre del 1966.

Il raduno degli Angeli del fangoErano migliaia e migliaia, arrivavano da tutto il mondo con un ideale in testa: contribuire a tirare fuori dal fango Firenze, devastata dall’alluvione del 4 novembre 1966. Tra di loro, ragazzi che poi sarebbero diventati famosi, da Ted Kennedy a Margherita Hack, da Gerard Schroeder a Josckha Fischer, da Sergio Staino a Sandro Chia. Li chiamarono – dopo una fortunata definizione del giornalista Giovanni Grazzini – gli Angeli del fango e in 2.100 si ritroveranno il prossimo 4 novembre a Palazzo Vecchio per il quarantennale dell’alluvione.

A organizzare l’evento, il Consiglio regionale della Toscana, che ha rintracciato – anche grazie al sito www.angelidelfango.it – circa 10.000 protagonisti di quella straordinaria mobilitazione: tra questi 2.189 hanno risposto all’appello che fu lanciato nello scorso gennaio per ritrovarsi insieme a Firenze per portare la propria testimonianza al grande raduno degli Angeli del fango.

A ognuno di loro sarà distribuito il ‘kit degli angeli’, che comprende piante della città, volumi sull’alluvione, un ricordo personalizzato, oltre a sconti per alberghi, ristoranti, bus, taxi e musei. Sempre il 4 novembre verranno inaugurate a Palazzo Panciatichi due mostre: una raccolta di foto e filmati dedicata agli Angeli del fango e una sugli Angeli alla radio, quel manipolo di radioamatori che garantirono le comunicazioni in una città isolata dal mondo.

“Nella storia di Firenze e di tutta la Toscana – ha spiegato Nencini – il 4 novembre è una data segnata in rosso: per quello che di disastroso è accaduto, ma anche per il contributo che i volontari hanno dato alla ricostruzione. Siamo fiduciosi di riuscire a mettere in piedi un evento straordinario, ma per far questo c’ è bisogno dell’ aiuto di tutti”. Quei giovani, ha sottolineato, “giunsero in una città ferita per aiutarla a salvare il suo patrimonio e le sue case. Lo fecero senza che nessuno avesse lanciato appelli o parole d’ordine: sentirono semplicemente nei loro cuori la spinta a fare qualcosa per cancellare gli effetti di un disastro che aveva colpito uno dei simboli mondiali della grandezza dell’uomo”.

Gli ‘Angeli’, ha aggiunto, “saranno l’avanguardia di un mese che abbiamo voluto dedicare al volontariato, tema guida della festa della Toscana 2006, con circa 700 eventi collegati”. E proprio pensando alla grande mobilitazione del 1966, il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci ha presentato una mozione – sottoscritta da parlamentari di maggioranza e opposizione – in cui si chiede al Governo di impegnarsi ad adottare iniziative di carattere politico e diplomatico perché l’anniversario dell’alluvione dei Firenze diventi la Giornata internazionale del volontariato europeo, da tenersi ogni anno nel capoluogo toscano.

“Oltre la tragedia – ha ricordato Realacci – quello che emerse nei giorni dell’ alluvione è un patrimonio che va valorizzato e in qualche modo celebrato. Fu sempre più chiara, tra coloro che accorsero per portare i soccorsi, ‘gli angeli del fango’, l’idea che non si stava lavorando soltanto per risolvere nell’immediato l’emergenza, ma che si mettevano anche i primi e fondamentali mattoni per costruire la Firenze del futuro, dei nostri figli e dei nostri nipoti”. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha sottolineato da parte sua che “la Protezione civile è nata a Firenze, in Friuli e in tutte le tragedie che hanno colpito l’Italia. Da allora siamo cresciuti, il nostro sistema é più efficace e si basa sulle risorse dello straordinario mondo del volontariato, espressione attuale della solidarietà degli ‘angeli del fango’ di 40 anni fa”. Il quarantennale degli ‘Angeli’ verrà ricordato anche con servizi televisivi su Rai, La7 e Sky. (ANSA).

Anche un libro su “La meglio gioventù”“Non solo un ricordo ma anche un impegno affinché non vi siano più alluvioni come quella di Firenze. Bisogna che il nostro fiume Arno abbia le risorse per essere messo in sicurezza e per questo servono duecento milioni di euro”. Lo ha detto Erasmo D’angelis, consigliere regionale della Margherita e autore del libro “Angeli del fango. La ‘meglio gioventù’ nella Firenze dell’Alluvione”, presentato lunedì 30 ottobre in Palazzo Panciatichi.

Attraverso foto, testimonianze e racconti, il volume è dedicato alle migliaia di giovani accorsi a Firenze all’indomani del catastrofico evento del 4 novembre ’66. Come ricordato dall’ autore “questo libro è un omaggio a quella ‘meglio gioventù’, a tutti quei ragazzi e ragazze, ne ha abbiamo rintracciate circa 10 mila, che spontanemante giusero in una città diventata ormai una Venezia priva di tutto. Gli angeli che hanno aiutato i fiorentini, che si erano già autorganizzati, contribuendo a salvare milioni di opere d’arte e a spalare il fango che aveva invaso tutta la città”.

Il libro – 214 pagine e 150 foto inedite – racconta anche la storia dell’ Arno e offre la più completa ricostruzione di tutte le alluvioni storiche di Firenze dal 1100 a oggi.

In programma anche un convegno e un’esercitazione di protezione civile

Il sito www.angelidelfango.itMostra on line del Kunsthistorisches Institut di FirenzeMostra Contro al cieco fiume: quarant’anni dopo (Biblioteca Nazionale)