Toscana

ABOLIZIONE DELLE PROVINCE: REGIONE, UPI E ANCI AL LAVORO PER PREPARARE IL “DOPO”. IN TOSCANA SONO 4800 I DIPENDENTI PROVINCIALI

Sul futuro delle Province – abolite o trasformate dal governo Monti in enti di secondo grado non più eletti dai cittadini – rimangono ancora incertezze e norme che il legislatore nazionale dovrà completare. La partita si giocherà da qui alla fine dell’anno su tre tavoli, distinti ma incrociati: i destini del personale – 4.800 dipendenti suddivisi nelle attuali dieci province toscane, a cui si aggiungono gli addetti di agenzie o cooperative che per quelli enti lavorano- , la riallocazione delle funzioni delle Province, che in buona parte dovranno presumilmente essere cedute a Comuni e Regione, ma anche un ragionamento più complessivo sull’assetto isituzionale che la Toscana vorrà darsi. Per questo Regione, Upi, ovvero l’unione toscana della Province, ma anche l’Anci, l’associazione dei Comuni, hanno deciso di iniziare a lavorare, “almeno per dissodare il terreno, magari per discutere anche di aree vaste e città metropolitane”. Lo hanno deciso oggi, dopo una riunione che il presidente dell’Upi e della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il collega fiorentino Andrea Barducci, il presidente della provincia di Arezzo Roberto Vasai e di Pistoia Federica Fratoni hanno avuto a Palazzo Cerretani a Firenze con l’assessore Riccardo Nencini, il collega Gianfranco Simoncini e tecnici e dirigente della Regione.  “E in questo assetto, che dovrà essere razionale e coerente – si sofferma l’assessore Nencini – dobbiamo considerare le unioni dei Comuni previste dalla norma nazionale, quelle incentivate dalla legge regionale di riordino approvato alla fine di dicembre, ma anche le aree vaste e la città metropolitana”. “Le città metropolitane e le aree vaste – aggiunge – sono infatti l’unica dimensione attraverso cui passa lo sviluppo e in cui molti servizi si programmano e si gestiscono assieme. E’ una scelta obbligata, se vogliamo essere più competitivi, e per questo una discussione sulla città metropolitana e le aree vaste non può essere rinviata al prossimo anno ma va affrontata subito”. Quanto ai dipendenti delle Province, Upi e Regione incontreranno assieme i sindacati e le rappresentanze sindacali.