Toscana
AFRICA-EUROPA, COMUNICATO FINALE DEI VESCOVI: NUOVE FORME DI SCHIAVITÙ DOVUTE A ENORME DIVARIO TRA RICCHI E POVERI
Un appello ad avere maggiore attenzione alle nuove forme di schiavitù che sono forse peggiori della vecchia tratta degli schiavi è stato lanciato dai vescovi africani ed europei nel comunicato stampa finale reso noto oggi – che riassume i lavori del seminario Conosco le sofferenze del mio popolo. Schiavitù e nuove schiavitù, svoltosi dal 13 al 18 novembre a Cape Coast, in Ghana, su iniziativa del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar). Un messaggio congiunto verrà invece inviato al Vertice di Lisbona dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea e dell’Unione africana (8-9 dicembre). Le nuove forme di schiavitù (traffico di esseri umani, lavoro forzato, bambini soldato, prostituzione, ecc.) affermano i vescovi, insieme a rappresentanti della Santa Sede e di agenzie cattoliche umanitarie sono dovute principalmente all’enorme divario economico tra i Paesi ricchi e poveri, e tra ricchi e poveri in ogni società. I vescovi hanno sottolineato che per ridurre questo divario bisogna raggiungere un nuovo ordine economico internazionale che garantisca una più equa distribuzione delle risorse del mondo. Ma soprattutto, è importante porre fine al desiderio di dominare gli altri e alla cultura di schiavitù e servitù.
Tra i vari interventi, anche quello di Josef Sayer, presidente dell’organizzazione umanitaria Misereor, sulla brutale e violenta forma di moderna schiavitù che coinvolge 300.000 bambini soldato in tutto il mondo, soprattutto in Uganda, Liberia, Sierra Leone, Repubblica democratica del Congo, Sudan, Filippine, Colombia e Perù. In molti casi ha aggiunto queste ragazze e ragazzi vengono continuamente abusati ed usati come agenti segreti o sminatori, oppure costretti a lottare in prima linea. Sayer ha condannato coloro che traggono profitto dalla vendita di armi usate dai signori della guerra e dai bambini soldato, senza che ci sia un effettivo intervento della comunità internazionale e dei politici. Il seminario ha messo a fuoco anche l’aspetto delle migrazioni e la possibilità di promuovere una cultura della vita e della famiglia. Sono state sottolineati, in particolare, alcuni aspetti che ancora impediscono lo sviluppo dell’Africa. Tra questi: un ingiusto sistema di commercio tra l’Africa e il resto del mondo; il debito e la necessità di cancellarlo da parte del mondo industrializzato; il traffico di esseri umani e droghe; lo sfruttamento sessuale; il lavoro forzato; la prostituzione forzata; i bambini soldato e i bambini di strada. Per tutte queste sfide i vescovi fanno appello ad una cultura del rispetto per i diritti umani, sottolineando il ruolo della Chiesa nella cura pastorale dei migranti e nel suo dovere di advocacy. I vescovi dei due continenti si incontreranno di nuovo a Liverpool, in Inghilterra, nel novembre 2008, mentre nel 2009 una delegazione di vescovi europei si unirà ai vescovi africani per celebrare il 40° anniversario del Secam. Un simposio sull’evangelizzazione si terrà nel 2010 a Roma.