Toscana

ANNA, DARIO E MARIO DALLA TOSCANA IN CINA CON IL “CYBER CUORE” CHE BATTE A SIENA

Una turbina meccanica al posto del cuore. Non è un’ipotesi per il futuro. In Toscana, a Siena è già presente. Infatti sono 16 i cuori artificiali impiantati presso il policlinico “Le Scotte” grazie al programma regionale attivo presso l’Aou senese. Ogni anno in Italia sono 170 mila i casi di scompenso cardiaco terminale che entro un anno porta alla morte il 60% dei pazienti. Ma con “Jarvic 2000” – questo il nome della pompa in titanio che sostituisce la funzione del ventricolo sinistro – potrebbe essere stata imboccata la strada giusta. E tre pazienti toscani hanno deciso di festeggiare “il compleanno” del loro nuovo cuore meccanico con una iniziativa: un viaggio in Cina. Anna Pernici, di Arezzo, l’ha ricevuto esattamente tre anni fa, il 13 luglio 2009; Dario Colarossi, di Empoli, il 9 marzo 2009; Mario Bonaccorsi, di Arezzo, nell’agosto 2011. Accompagnati dalla cardiochirurgo dell’AOU Senese Sonia Bernazzali, nel mese di ottobre i tre – oltre a visitare alcune città cinesi – si recheranno al centro cardiochirurgico del professore Chen Kuntang dell’Università di Canton, che è stato tra i “visitor professor” del programma di Cooperazione Internazionale con la Cina attivato alle Scotte dall’assessorato al diritto alla salute della Regione Toscana, e con cui è stata concordata una collaborazione scientifica, dopo il suo interessamento attivo al programma di trapianti e assistenze ventricolari di Siena. Aggiorneranno amici, parenti e sostenitori tramite un blog. Il traguardo è stato raggiunto grazie al progetto “cuori artificiali”, che vede la Toscana capofila in Italia per gli ottimi risultati conseguiti: come detto, sono 16 i cuori artificiali impiantati in poco più di tre anni. Si tratta infatti di una scelta fortemente sostenuta dalla Regione Toscana attraverso la rete cardiologica regionale dello scompenso avanzato, diretta dal professor Gianfranco Gensini, e coordinata dal professor Guido Sani direttore dell’Unità operativa terapie avanzate per lo scompenso cardiaco dell’Aou Careggi di Firenze. Il progetto è stato realizzato a Siena nella Aou Santa Maria alle Scotte, dove ha sede il Centro regionale toscano per i trapianti di cuore e per le assistenze ventricolari, diretto dal dottor Massimo Maccherini. La singolare iniziativa è stata presentata stamani stamani in Regione l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, con Guido Sani, Massimo Maccherini. “La Toscana è una delle regioni più all’avanguardia nel campo dei dispositivi di assistenza ventricolare – ha detto l’assessore Marroni – che infatti vengono studiati a Careggi dall’équipe del professor Sani nell’ambito di un più ampio lavoro sulla terapia dello scompenso cardiaco terminale, che coinvolge, dal punto di vista dei trapianti tradizionali, un’altra eccellenza toscana, l’azienda ospedaliera delle Scotte di Siena e la sua unità operativa per il trapianto. Vale la pena sottolineare – aggiunge Marroni – che i dati sembrano suggerire un costo della terapia con assistenza ventricolare (sia i costi diretti dell’impianto sia la successiva gestione clinica del paziente) inferiore sia al trattamento medico che al trapianto cardiaco stesso. Per questo riteniamo di aver individuato la giusta direzione nella cura dello scompenso cardiaco e stiamo proseguendo in questo percorso”. “In Italia si registrano ogni anno circa 170.000 nuovi casi di scompenso cardiaco terminale – spiega Guido Sani –. Si prevede che entro il 2030 il numero di pazienti che andrà incontro a tale condizione raddoppierà, perché le nuove terapie che salvano le persone dall’infarto fanno sì che si crei una popolazione che va incontro allo scompenso cardiaco. Il trapianto cardiaco non può quindi rappresentare una soluzione definitiva per il trattamento dell’insufficienza cardiaca avanzata, sia a causa della scarsità di donazioni (l’età media dei donatori è molto aumentata, ora è intorno ai 68 anni, e quindi donano fegato, reni, ma pochi cuori), sia per l’elevato numero di pazienti che, per età e condizioni di salute, non sono candidabili a trapianto (i due terzi sono over 65 e quindi automaticamente esclusi da questa soluzione)”. Jarvik 2000 è una pompa in titanio della grandezza di una torcia e può  essere applicato con due finalità diverse: una sostitutiva della parte sinistra del cuore, come soluzione alternativa e permanente al trapianto per tutti i pazienti che non sono candidabili all’intervento, e una detta di “ponte”, perché in questo caso il VAD (Ventricular Assist Device) viene inserito solo come condizione momentanea in attesa della disponibilità di un organo per il trapianto vero e proprio. Come si procede con l’intervento? “Inseriamo una turbina dall’apice del ventricolo sinistro – spiega il cardiochirurgo responsabile Maccherini – che pompa il sangue spingendolo nell’aorta, sostituendo di fatto la funzione del ventricolo sinistro, lasciando l’organo del paziente in sede e a riposo. A Siena abbiamo un tasso di sopravvivenza all’intervento del 100% e del 60% a 3 anni. La prospettiva è quindi di avere una sopravvivenza di vita comparabile con il trapianto a 5 anni”. Questo sistema permette di raggiungere tre risultati importanti: garantire la sopravvivenza del paziente, mettere a disposizione una pompa di potenza simile a quella fisiologica dell’organo, offrire un’alternativa alla carenza di donazioni di cuori trapiantabili. “Il sistema VAD Jarvik 2000– prosegue Maccherini – utilizza un’alimentazione elettrica, unica al mondo,  tramite uno spinotto collegato all’orecchio, del tutto impermeabile e asettico garanzia di una elevata qualità di vita”. Secondo uno studio recente, che ha coinvolto 12 centri in Italia, la qualità della vita dei pazienti che si avvalgono di questo cuore artificiale è paragonabile, a 9 mesi dall’intervento, a quella di persone non cardiopatiche di pari età e sesso.