Toscana

ARTIGIANATO, SIMONCINI: “PUNTARE SU INNOVAZIONE PER USCIRE DALLA CRISI”

“Il primo semestre 2011 non porta sostanziali miglioramenti nello scenario dell’artigianato toscano, che mostra ancora forti difficoltà e, nel complesso, registra forti perdite di fatturato in quasi tutti i settori. In questo quadro non roseo, reso dal consuntivo del prime semestre 2011 presentato oggi da Unioncamere, non è facile cogliere elementi positivi ,che pure ci sono e che, invece, devono doverosamente essere raccolti, analizzati e valorizzati. Non è facile essere ottimisti, ma dobbiamo esserlo. E’ infatti proprio da un’analisi puntuale dei pochi fattori in controtendenza che possiamo trarre spunti per la ripresa e indicazioni su come orientare gli interventi e le politiche per il settore. Di fronte a questo appare tanto più grave la mancanza di una politica nazionale a sostegno dello sviluppo, mentre la manovra del governo ha effetti depressivi sull’economia colpendo ancora di più la competitività delle imprese”.Così l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini commenta i dati presentati oggi. Primo elemento da sottolineare è la crescita del sistema moda, quasi interamente dovuta al dinamismo della pelletteria e delle calzature. “E’ un dato che ci dice molto – dice Simoncini – e dal quale possiamo trarre utili spunti. Ad esempio quello che qualità e innovazione sono essenziali componenti per la crescita. Come Regione abbiamo scelto di incoraggiare la propensione delle imprese ad investire in qualità e innovazione, finanziando le imprese per ricerca, servizi qualificati, tecnologie innovative, riorganizzando il sistema del trasferimento tecnologico, premiando le aziende che si mettono in rete per sopperire alle piccole dimensioni e reggere meglio nella competizione globale. I dati infatti confermano che le piccolissime imprese perdono di più. Ma ci dicono anche che le più dinamiche sono quelle con vocazione all’export: per questo, fra le iniziative, abbiamo riproposto un bando per favorire l’internazionalizzazione. I risultati delle imprese artigiane esportatrici, che vedono aumentare il loro fatturato, ci conforta nella scelta. Ma dobbiamo purtroppo constatare che le politiche del governo sono anche in questo caso in controtendenza: nella manovra infatti è stata decisa la chiusura dell’Ice facendo dell’Italia l’unico paese che non ha un’agenzia per la promozione delle sue imprese sui mercati esteri”.L’altro elemento d’interesse che l’assessore sottolinea nell’analisi dei dati del semestre, è quello della differenza territoriale. Se nel 2010 l’andamento negativo si spalmava abbastanza uniformemente su tutti i territori, nel primo semestre 2011 si denotano tre diverse posizioni. Un gruppo di province Firenze, Prato, Massa Carrara e Lucca, dove le perdite di fatturato sono più contenute (sotto al 5%) recuperando rispetto alle perdite precedenti; accanto ci sono Pistoia e Pisa che oscillano con perdite fra il 5 e il 6%, comunque inferiori a quelle registrate nel 2010; terzo gruppo composto da Arezzo, Siena, Grosseto e Livorno, dove le perdite raggiungono il – 10%, con pochissime differenze rispetto all’anno precedente. “Anche in questo caso – conclude – la Regione si dota, anche grazie ai poli d’innovazione, ai centri di competenza, ai distretti tecnologici di recente istituiti, di strumenti sempre più mirati, pronti a cogliere le esigenze specifiche dei territori e delle loro economie, per arrivare anche alle piccole e piccolissime imprese”.