Toscana

ATTENTATI DI MOSCA: IL CORDOGLIO DELLE CHIESE ORTODOSSA E CATTOLICA

Preghiere per le vittime e i loro familiari, per il popolo russo, per il bene della città di Mosca. A due ore, dagli attentati che hanno colpito due stazioni della metropolitana di Mosca nell’ora di punta facendo 37 vittime finora accertate, le Chiese preferiscono esprimere, nel dolore, il silenzio della preghiera. Di “dolore nel cuore” parla il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill che in un comunicato diffuso questa mattina, scrive: “Prego per il riposo dei morti, per il conforto dei loro cari, per la rapida guarigione dei feriti”. Il Patriarca dice anche di aver dato incarico al clero di “visitare i feriti negli ospedali”. Ed aggiunge che “purtroppo non è la prima volta” che la Russia è vittima di simili attacchi terroristici e che “il pericolo è in agguato per tutti noi in qualsiasi momento”. “Ma la risposta a questo pericolo non deve essere la paura, il panico e la rabbia. Ma “l’unità del nostro popolo” e a “forte volontà di fermare i terroristi e coloro che li sostengono”.Appena saputo degli attentati, all’arcidiocesi cattolica della Madre di Dio di Mosca si è fatto un giro di telefonate per sapere se qualcuno della comunità cattolica fosse stato colpito. Le esplosioni sono infatti avvenute in un momento in cui, tra l’altro, a quell’ora vengono celebrate le messe in due chiese vicine alle zone colpite. “Ma per fortuna – dice al telefono mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca – abbiamo trovato tutti lì, è stata una questione di minuti”. Poi confessa: “Qualunque cosa venga detta in questo momento risulta fuori luogo”. Lo “sconcerto” è forte. “Viviamo in questo popolo” e attentati di questo genere – fa osservare l’arcivescovo – ”vanno a colpire la gente innocente e semplice”. L’unica cosa che l’arcivescovo si sente di dire è che già da stasera, ma soprattutto domani e dopodomani quando cioè le Chiese cattoliche di Mosca e Pietroburgo anticiperanno la celebrazione della Messa crismale, si pregherà per le vittime, “per il bene di questo popolo e di questa città”.Sir