Toscana

Agesci, a San Rossore un viale intitolato alle Aquile Randagie ad un anno dalla Route

Una linea ideale si è fatta concreta, unendo il coraggio delle Aquile Randagie a quello dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato lo scorso anno alla Route Nazionale. In tutto 30.000 rover, scolte e capi si riunirono dal 7 al 10 agosto nei luoghi del parco di San Rossore.

Ad un anno di distanza da questo campo, il legame tra il parco pisano e l’Agesci sarà ribadito dall’intitolazione di un suo viale alle Aquile Randagie, l’organizzazione clandestina che portò avanti lo scautismo italiano nonostante il regime fascista. La cerimonia è in programma sabato 5 settembre, con inizio alle ore 9.30, con il convegno dal titolo «I Giovani e il coraggio: dalle Aquile Randagie alla Route Nazionale», introdotto e coordinato dal vicesindaco di Pisa Paolo Ghezzi.

Nel corso della mattinata interverranno anche Marco Filippeschi (sindaco di Pisa), Elena Bonetti e Sergio Bottiglioni (incaricati nazionali alla branca Rover e Scolte Agesci), Edoardo Sozzi (rover di Pisa e partecipante alla Route Nazionale 2014) e Agostino Migone (presidente della fondazione «Monsignor Andrea Ghetti – Baden»).

Saranno presenti inoltre anche Fabrizio Manfredi (presidente del Parco Regionale Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli), Andrea De Conno e Marisa Bonini (responsabili Agesci Pisa), Rosanna Birollo e Ferri Cormio (Capo Guida e Capo Scout Agesci), Marilina Laforgia e Matteo Spanò (presidenti del comitato nazionale Agesci) e Roberto Marcialis (presidente nazionale Cngei).

Alle ore 12.00, infine, sarà svelata la targa e sarà così resa ufficiale l’intitolazione del viale alle Aquile Randagie.

Chi sono le Aquile Randagie? Il 9 gennaio del 1927 la dittatura fascista decretò lo scioglimento dello scautismo in Italia per lasciare il posto all’Opera nazionale Balilla, unica organizzazione giovanile autorizzata. Pochi giorni dopo, il 28 gennaio, Pio XI scioglieva i reparti Asci (Associazione Scout Italiani). Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano II, e Andrea Ghetti, scout del Milano XI, decisero però con coraggio di dare continuità allo scautismo in Italia e di proseguire clandestinamente le attività con il gruppo delle Aquile Randagie, per resistere un giorno in più del fascismo.