Toscana

Alternanza scuola lavoro, firmati due protocolli regionali per potenziarla

Il sistema di formazione nelle aziende degli studenti replica l’esperienza tedesca, declinandola alle peculiarità del sistema produttivo toscano. Lo studio dei ragazzi direttamente nelle imprese non avverrà più al termine, ma nella prima fase del percorso scolastico. A supportare, invece, i giovani una volta usciti dagli studi provvederà l’apprendistato formativo, che in questo caso viene scelto come canale di accesso privilegiato per l’ingresso nel mondo del lavoro: si potrà studiare e lavorare con un contratto ad hoc valido per gli studenti delle superiori, gli universitari, chi sta per ultimare un dottorato o un master. Le imprese otterranno sgravi contributivi e fiscali, mentre gli studenti-lavoratori riceveranno uno stipendio. «È una cosa ben fatta, ben studiata – spiega il governatore, Enrico Rossi -. Non mancherà di dare risultati. È importante per il curriculum scolastico, ma soprattutto sarà decisivo l’aggancio per la fase successiva agli studi».

Una particolare sottolineatura viene dedicata al ruolo dell’apprendistato, «uno strumento- spiega ancora Rossi- che consente pure alle imprese di risparmiare, di non avere oneri particolarmente gravosi. C’è un grande dibattito sull’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Il mezzo ci sarebbe». L’ambizione di queste politiche attive è di ridurre anche un problema cronico dell’economia locale e italiana: l’asimmetria fra la domanda e l’offerta di lavoro. Le aziende pur offrendo posti di lavoro, non trovano giovani con le competenze appropriate. Un disallineamento che produce un paradosso descritto dall’assessore regionale alla Formazione, Cristina Grieco: «Molti imprenditori non trovano le professionalità che richiedono, e al tempo stesso è altissimo il tasso di disoccupazione giovanile. Questa tendenza va invertita – avverte -. Lo possiamo fare, costruendo un dialogo fra il mondo delle imprese e quello degli studenti, per capire cosa servirà in prospettiva al mondo del lavoro così da progettare, coerentemente, i percorsi formativi».