Toscana

Antonelli: armonizzare economia, etica e giustizia sociale

Che la globalizzazione vada ben oltre l’ambito dell’economia e della finanza, che ponga interrogativi inquietanti e che costituisca un tema importantissimo per l’intera famiglia umana è il parere della Chiesa, espresso nei giorni scorsi in modo esplicito dall’arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli in apertura di un convegno in materia promosso dalla diocesi fiorentina.

«Perché la globalizzazione possa sviluppare le possibilità di crescita e di produzione dei beni e nello stesso tempo assicurare un’equa distribuzione di essi tra i vari Paesi e fra i diversi cittadini, è necessario che venga costantemente perseguita l’armonizzazione tra le esigenze dell’economia e quelle dell’etica e della giustizia sociale». Occorre orientare lo sviluppo per poter assicurare, come afferma Giovanni Paolo II, «una globalizzazione nella solidarietà, una globalizzazione senza marginalizzazione». Il che comporta «un’evidente dovere di giustizia, che comporta notevoli implicazioni morali nell’organizzazione della vita economica, sociale, culturale e politica delle nazioni». In una parola, dice Antonelli, «la sfida che ci sta di fronte è quella di saper rispondere alle problematiche poste dalla globalizzazione con il governo della globalizzazione stessa, a servizio della persona umana, della sua dignità e del suo primato. La sfida è urgente e grave. Impone a tutti un salto di qualità, nelle analisi e nell’operatività. Impone anche di saper passare dal piano della protesta a quello della proposta. Si potrebbe dire che è proprio dalla concretezza della proposta che scaturisce la protesta più vera e radicale. Discernimento e proposta richiedono passione per l’uomo e competenze specifiche». Da qui gli ambiti e le prospettive d’intervento: dalla lotta alla povertà alla lotta alle malattie diffuse; dalla riduzione del commercio delle armi alla promozione dei diritti umani; dal coinvolgimento della società civile alla responsabilizzazione di tutti i Paesi per uno sviluppo ecologicamente sostenibile. Senza dimenticare l’influsso positivo e grande che sulla ricerca della giustizia e sulla promozione umana ha l’evangelizzazione, «incentrata sul Vangelo della carità, che congiunge insieme – dicono i vescovi italiani – la verità di Dio che è amore e la verità dell’uomo che è chiamato all’amore».

«Per orientare concretamente al bene dell’uomo e dei popoli il fenomeno della globalizzazione – aggiunge Antonelli – è necessario anche un lavoro, intelligente e perseverante, di educazione alla cittadinanza responsabile. Cittadinanza che non può essere vissuta al di fuori del rapporto con l’altro, del servizio al bene comune, della visione integrale dell’uomo e del significato ultimo della vita».Giovanni Paolo II, nell’aprile del 2001, dopo aver detto che «la globalizzazione, a priori, non è né buona né cattiva: sarà ciò che le persone ne faranno», aggiunse che «la Chiesa continuerà a operare con tutte le persone di buona volontà per garantire che in questo processo vinca l’umanità tutta e non solo un’élite prospera che controlla la scienza, la tecnologia, la comunicazione e le risorse del pianeta a detrimento della stragrande maggioranza dei suoi abitanti. La Chiesa spera veramente che tutti gli elementi creativi nella società cooperino alla promozione di una globalizzaione al servizio di tutta la persona umana e di tutte le persone». «La crescita economica – conclude l’arcivescovo di Firenze – deve essere integrata in una crescita umana totale e perciò qualitativa». Altri servizi• Dal global alla pace. Il meeting di San Rossore• La Chiesa fiorentina di fronte alla globalizzazione• Social Forum a Firenze, occasione positiva o evento da temere?