Toscana

Aree di crisi, un anno di aiuti in più per migliaia di lavoratori toscani

La decisione è stata presa questa mattina a Roma nel corso dell’incontro che il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha avuto con i rappresentanti delle Regioni che hanno aree di crisi industriale complessa e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.“Siamo soddisfatti della soluzione trovata – ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – e dell’impegno economico del Governo. Ma, in attesa che il ministero dello sviluppo economico convochi un tavolo anche per le altre aree di crisi, abbiamo deciso di estendere i benefici ottenuti anche a quelle di crisi regionale, cioè all’area apuana e a quella amiatina, utilizzando fondi regionali”.Il provvedimento riguarderà i circa 11.500 lavoratori licenziati a Piombino e Livorno, mentre il numero di quelli che nel 2016 perderanno i benefici della cassa integrazione verrà definito d’intesa con i sindacati e con l’Inps. Stesso discorso per quelli le cui aziende si trovano sull’Amiata e in provincia di Massa Carrara.Le Regioni avranno due settimane di tempo per far pervenire al Ministero le loro richieste economiche e successivamente il ministro ripartirà e assegnerà i fondi. Ogni lavoratore potrà godere di un massimo di 12 mensilità e il beneficio si interromperà in caso di rientro al lavoro.Sia il presidente Rossi che l’assessore alla formazione e al lavoro, Cristina Grieco, presente alla riunione, si sono dichiarati molto soddisfatti per aver ottenuto un provvedimento fortemente voluto e richiesto dalla Toscana che è capofila delle Regioni sulle questioni del lavoro e che per molti mesi si è battuta per raggiungere questo risultato.Per favorire il reinserimento dei lavoratori che nel 2016 hanno perso o perderanno i benefici della mobilità e dell’Aspi, il ministero ha chiesto alla Regioni di destinare una quota aggiuntiva pari al 20% dello stanziamento nazionale alla predisposizione di percorsi di formazione e di politiche attive volte a favorire il reinserimento lavorativo di coloro che sono stati licenziati o messi in mobilità. Alle Regioni spetta dunque di mettere complessivamente a disposizione a livello nazionale 30 milioni di euro.