Toscana

Betori: scomparsa paritarie disastro economico e sociale

Dalla sussidiarietà l’unica risposta possibile per garantire il diritto all’istruzione in tempi di crisi. È questo il principale elemento emerso sabato 23 marzo, al Convitto della Calza di Firenze, al convegno Regionale Fism (Federazione Italiana Scuole Materne).

Al convegno, dal titolo: «Bambini, Famiglie e Scuole Paritarie – La Rete Federazione Italiana Scuole Materne protagonista del Sistema Regionale di Istruzione in una prospettiva di reale sussidiarietà» si sono riuniti oltre 600 rappresentanti del mondo delle scuole cattoliche toscane. Durante la mattinata sono intervenuti, fra gli altri, il Cardinale Giuseppe Betori, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, Leonardo Alessi, Presidente della Federazione Italiana Scuole Materne della Toscana e Marco Mairaghi, sindaco di Pontassieve.

Una scuola paritaria che non vuole essere l’alternativa alla scuola pubblica, un capriccio per i pochi che possono permettersi di pagare una retta costosa, ma una cooperazione tra scuola e istituzioni in grado di sopperire ai bisogni di una comunità che cresce e che allo stesso tempo vede l’impoverimento delle famiglie che vogliono veder garantito il diritto allo studio ai propri ragazzi. «Sussidiarietà – ha spiegato Leonardo Alessi, presidente di Fism Toscana –: è questa l’unica risposta possibile per salvaguardare il livello dei servizi scolastici sul territorio in tempo di crisi. La politica deve creare le condizioni perché la società possa sviluppare le sue eccellenze, attraverso percorsi di riconoscimento e valorizzazione di quanto di buono esiste».

Diminuire finanziamenti alle scuole paritarie non significa destinarne di più alla scuola pubblica, ma impoverire l’intero mondo dell’istruzione. «Non tagliamo – ha ribadito Alessi – sui finanziamenti per il mondo della scuola, dagli insegnanti di sostegno ai contribuiti per le paritarie, perché rischiamo di chiudere la porta in faccia a molte famiglie in difficoltà. La crisi sta colpendo anche questo settore e lo vediamo da quei genitori che ci dicono come non siano più in grado di far fronte alle rette, seppur basse, come dalle difficoltà che molte scuole paritarie o tanti asili nido privati accreditati hanno per restare aperti. Chiudere una scuola paritaria – ha continuato il presidente della Fism – vuol dire perdere un servizio di qualità e mettere a rischio il diritto all’istruzione, considerato che un posto bambino costa allo Stato 12 volte di più che in una paritaria e non vi sono risorse per far fronte alle richieste. Oggi alla Regione chiediamo di ampliare l’offerta di collaborazione con le paritarie nel progetto Pegaso, considerando che questo porterebbe a un risparmio di circa il 30%. Le Pegaso riguardano oggi circa 2.200 bambini che alla Regione costano annualmente 2.500 euro l’uno, mentre per l’intero sistema della scuola dell’infanzia Fism, che scolarizza circa 20 mila bambini, spende 116 euro per ciascuno».

Importante è stata la presenza del presidente Enrico Rossi, che ha dimostrato grande sensibilità lanciando l’idea di un tavolo permanente tra la Regione Toscana e gli operatori della scuola paritaria. «Credo che sia necessario – ha spiegato Rossi – un modello di integrazione diverso, su cui già stiamo lavorando, e che questo modello vada approfondito soprattutto mettendo al centro le famiglie e i bambini. La crisi colpisce i redditi famigliari e quindi anche le persone che per scelta o per condizione oggettiva portano i loro bambini alle scuole cattoliche.Non possiamo ignorare – ha proseguito il presidente – che quello della povertà sarà uno dei temi principali che dovremo affrontare anche nei prossimi anni e, per questo, dobbiamo essere in grado di dare, insieme, delle risposte di qualità alle famiglie sulla formazione dei bambini e dei ragazzi. Come Regione Toscana abbiamo aumentato i finanziamenti per la scuola e ne siamo orgogliosi. Li abbiamo aumentati per la scuola pubblica e in misura più ridotta anche per le scuole private cattoliche. Se c’è bisogno di fare qualcosa di più, a partire dalle famiglie e dalle loro difficoltà economiche quel tavolo potrà individuare gli interventi per lavorare in maniera collaborativa. Siamo in una situazione in cui il numero dei bambini cresce, grazie all’immigrazione, e per questo dobbiamo garantire che questi servizi siano accessibili anche a chi meno reddito in questa fase».

E sull’importanza delle scuole paritarie si è espresso con chiarezza il cardinale Giuseppe Betori ricordando che «l’Episcopato italiano ha posto la vita educativa al centro delle sue attenzioni. Una scuola che sia percorso educativo e di scoperta, offerto con discrezione, ma anche coerenza e fermezza. Purtroppo ancora oggi siamo di fronte a una parità incompiuta per cui è giusto richiamare gli Enti locali a un ruolo più attivo. Dobbiamo partire dai bambini, dalle famiglie e dalle scuole per affrontare il tema delle paritarie senza preconcetti e capire che queste rappresentano un segno di libertà e un concreto risparmio per lo Stato. La loro scomparsa – ha concluso Betori – sarebbe un disastro economico e sociale, per questo, la sussidiarietà è sempre di più l’orizzonte verso cui è necessario indirizzarsi, per riuscire a raccogliere la vitalità che si genera dalla società in cui viviamo».