Toscana

Bugiani (Cisl): Società della salute, la storia infinita

Ancora una volta in Toscana si è deciso di non decidere, o meglio si è rimessa in discussione una decisione già presa.”  E’ il duro giudizio di Rossella Bugiani, della segreteria regionale Cisl Toscana, all’approvazione in Commissione sanità del Consiglio Regionale di un testo che di fatto ‘salva’ le Società della Salute, di cui invece la Giunta aveva deciso la chiusura.

“Una scelta che non può che sollevare interrogativi e perplessità, visto che rimette tutto in discussione” dice Bugiani che rivolge alla Regione e al Consiglio una serie di domande-provocazione.“Se si riteneva che quello della società della salute fosse il modello corretto per garantire l’integrazione socio-sanitaria nel territorio (e alcuni esempi di buon funzionamento ci sono), perché si è allungata la sperimentazione per anni e non si sono incalzati e impegnati i territori a mettere in pratica quanto previsto dalle norme regionali ?”.

“Perché non si è intervenuti e non si sono presi provvedimenti quando di due società della salute presenti nella stessa provincia, una funziona, gestisce il fondo della non autosufficienza ed eroga servizi ai cittadini con modalità e tempistica adeguati e un’altra negli anni non è riuscita a decollare ?”.

“Perché, se nei nuovi testi di legge si prevede che le società della salute che hanno determinati requisiti possano continuare a funzionare, non si è preteso nei lunghissimi anni della sperimentazione che tutte le società della salute avessero quei requisiti ?”.

“Perché, se l’obiettivo è quello della semplificazione, nei nuovi testi di legge c’è una sovrapposizione di apparati che va nella direzione opposta e aggiunge burocrazia a burocrazia?”.

“Da anni – conclude la segretaria Cisl – ripetiamo che serve un sistema sanitario toscano che dia omogeneità al territorio, che faccia chiarezza su chi fa che cosa, che semplifichi la vita dei cittadini, che riduca i costi della burocrazia e snellisca le procedure, soprattutto in un momento così difficile con i bisogni in crescita e le risorse che diminuiscono. Siamo convinti che non sia chiedere troppo e riteniamo che la politica di questo dovrebbe farsi carico”.