Toscana

CILE, MORTE PINOCHET: PROTESTE E INCIDENTI A SANTIAGO

Almeno 24 agenti feriti, alcuni manifestanti arrestati e oltre cinquemila persone scese per strada, la maggior parte a festeggiare la morte di Augusto Pinochet – al potere dal 1973 al 1990 – e altre a piangerne la scomparsa: è il bilancio delle dimostrazioni spontanee dopo la notizia del decesso dell’ex-dittatore, 91 anni, morto ieri in un ospedale di Santiago in seguito a una crisi cardiaca avvenuta nei giorni precedenti. Il ministero dell’Interno ha detto che nella capitale Santiago la polizia è intervenuta con lacrimogeni per disperdere manifestanti anti-Pinochet che volevano marciare verso il Palazzo presidenziale, dove oggi siede Micelle Bachelet, vittima del regime e sopravvissuta alle camere di tortura. Il governo ha già fatto sapere che non sarà proclamato il lutto ufficiale e che il funerale dell’uomo accusato di aver provocato oltre 3.000 vittime sarà militare ma non di Stato. Dopo la mezzanotte, la salma dell’ex-dittatore – che nella sua vecchiaia è riuscito sfuggire a oltre una decina di processi per violazioni dei diritti umani e corruzione – è stata portata alla scuola militare di Santiago del Cile, dove domano si svolgeranno le esequie. Il feretro di Pinochet è stato accolto da alcune centinaia di sostenitori e nostalgici, che hanno sventolato bandiere e cantato l’inno nazionale. Secondo le stime più diffuse, oltre alle migliaia di ‘desaparecidos’ – oppositori politici letteralmente “spariti” e mai più trovati – almeno 28.000 persone furono torturate durante la dittatura di Pinochet, che trovò sostegno anche all’estero; decine di migliaia di cileni furono costretti all’esilio per sfuggire alle persecuzioni del regime. Arrestato per la prima volta nel 1998 a Londra grazie a un mandato emesso dal giudice spagnolo Baltasar Garzón, era tornato in libertà nel 2000 dopo essere esonerato dal processo per una forma di “demenza”. Perseguito dalla magistratura cilena per crimini di lesa umanità, ma mai finito sotto processo per problemi di salute, è coinvolto in numerose inchieste – dalla ‘Carovana della morte’, la spedizione militare che subito dopo il golpe dell’11 settembre 1973 giustiziò decine di oppositori di sinistra – alle violenze perpetrate nel più grande centro di detenzione clandestino della dittatura conosciuto come ‘Villa Grimaldi’, a Santiago, dove transitarono 4.500 persone. Misna