Toscana

CONFERENZA REGIONALE SULLA PACE, CONFRONTO TRA POLITICI, AMMINISTRATORI, MOVIMENTO E ONG

In Toscana esistono almeno 800 soggetti – gruppi, associazioni, ong – impegnati sul fronte della pace e 84 sono i Paesi nei quali la Toscana ha una presenza di pace: questa mattina, in Regione, si è svolto un appuntamento dedicato proprio allo “sforzo per una nuova politica e una nuova riconciliazione”. Così l’assessore Massimo Toschi ha presentato la conferenza regionale sulla pace: un confronto, organizzato dalla Regione, che ha fatto dialogare alcuni fra i protagonisti nello stretto intreccio fra politiche di cooperazione e politiche di pace. “Vogliamo dare un contributo nuovo – ha spiegato Toschi – perché con la cooperazione internazionale si arrivi a partorire la pace in un contesto mondiale dove la vera grande questione sta proprio nel rapporto guerra/pace e dove la sconfitta della guerra significa anche sconfitta della povertà in cui tante aree del mondo si trovano a combattere”.

Introdotti da un breve saluto della consigliera regionale Bruna Giovannini, i lavori – preparatori al nuovo Piano regionale 2007-2010 della cooperazione e della pace – hanno visto un confronto fra amministratori locali, docenti universitari, gruppi e movimenti impegnati nella cultura della pace e nelle politiche di riconciliazione. Molte le testimonianze portate e interessante un “fuori programma”: la presenza di un gruppo, appena arrivato da Gerusalemme su invito di Arci, di ragazze palestinesi impegnate in collaborazione con padre Ibrahim Faltas nella prevenzione e cura delle tossicodipendenze (“problema in espansione – ha detto una di loro – favorito dall’alto tasso di disoccupazione, dalla crisi economica e dall’occupazione israeliana”).

Toschi ha illustrato le linee politiche del suo impegno soffermandosi su un termine – riconciliazione – “venuto d’attualità anche in un’Italia così divisa e capace di rispondere alle non poche ironie a suo tempo rivolte contro la denominazione di un assessorato chiamato ad occuparsi di pace e di cooperazione internazionale sulla base di una chiara scelta verso le logiche del perdono e della riconciliazione fra i popoli”. Ha poi citato gli ultimi suoi viaggi in zone di guerra: Kosovo (“Non mi era mai capitato di trovare così tanto odio degli uni contro gli altri e questo la dice lunga sulla inutilità della guerra come strumento per risolvere i conflitti”) e Palestina/Israele (“Urgente una politica che ricomponga la cultura della convivenza e abbassi la fiducia nelle armi”).

Nei punti sottolineati da Toschi (“Un disegno ambizioso perché riposarsi in tempo di guerra è come disertare e noi non vogliamo certo disertare”), hanno trovato spazio sia le linee di principio su una cooperazione che è “strumento di eccellenza, multicultura e riconciliazione fra i popoli” sia gli strumenti operativi: dall’annuario sul mercato delle armi al mappamondo dei conflitti, dalla lotta contro la pena di morte alla Consulta interreligiosa, dal ruolo della ricerca universitaria al lavoro delle ong toscane, dal San Rossore al 10 dicembre. Il tutto nel riconoscimento per la centralità e per la fatica della politica (“aiuta a non cadere nella tentazione della retorica”) e nel ricordo dello stile di Giorgio La Pira (“Non fece poesia, ma immaginò soluzioni politiche concrete”). (cs-mb)