Toscana

COOPERAZIONE, MISSIONE IN IRAQ DI ENTI LOCALI E ASSOCIAZIONI TOSCANE

Si conclude in questi giorni a Erbil, nel Kurdistan iracheno, una missione di enti locali e associazioni toscane che apre una nuova strada nelle relazioni internazionali con l’Iraq: percorsi di cooperazione decentrata che coinvolgono associazioni ed istituzioni locali di questo paese.  Mentre il neo-designato primo ministro iracheno Maliki stenta ancora a definire la composizione del governo, in un vuoto di potere che dura dalle elezioni del marzo 2010, la Cooperazione Decentrata Toscana (CDT) ha deciso di incontrare a Erbil referenti del governo locale e della società civile, primo gradino di una democrazia in costruzione. L’associazione Un ponte per… e la Tavola della Pace e della Cooperazione (Valdera) guidano una delegazione del Tavolo Mediterraneo e Medioriente della CDT, composta da assessori e referenti di Comune e Provincia di Firenze, Comune e Provincia di Pisa, Centro Nord-Sud (Prov. Pisa), Unione dei Comuni della Valdera, Tavolo della Pace della Val di Cecina, ARCI Toscana e Compagnia Teatro di Nascosto. Si tratta dei partner toscani di un progetto di sostegno alla rete nonviolenta irachena Laonf (Nonviolenza, in Arabo) che mobilita un centinaio di associazioni e sindacati dai 18 governatorati del paese, in campagne per la promozione della cultura di pace, dei diritti umani e della giustizia sociale. Dal 13 al 19 dicembre gli enti toscani hanno seguito una fitta agenda di incontri, a partire dal governo regionale del Kurdistan iracheno: il vice-Governatore e il Ministro della Cultura, parlamentari delle commissioni su diritti umani, società civile, diritti della donna. A livello regionale si percepisce lo sforzo di creare un organismo di governo realmente democratico, con la presenza delle forze di opposizione in tutti i luoghi decisionali, e si aprono spazi di cooperazione decentrata con gli enti toscani in materia di promozione dei diritti e fornitura di servizi alle fasce più vulnerabili della popolazione. Particolarmente importante è il programma regionale contro la violenza sulle donne, uno dei problemi sociali più diffusi, e un campo in cui si sperimenta già la collaborazione con le associazioni irachene per la conduzione di attività nei rifugi per donne vittime di violenza. Altri incontri sono avvenuti con il consiglio provinciale e comunale di Erbil, enti nati rispettivamente nel 2001 e 2005, ancora fragili rispetto alle competenze di cui avrebbe bisogno un ente locale per soddisfare i bisogni della popolazione. Proprio il rafforzamento di tali organi è obiettivo della missione da parte degli enti toscani. Molto importante è stato il confronto con esponenti delle minoranze religiose, tra cui il vescovo caldeo di Ankawa e i sacerdoti yazidi di Lalish. In Iraq il crescente fondamentalismo islamico mette a repentaglio la sicurezza delle minoranze, e dai cristiani giunge un accorato appello alla comunità internazionale per fermare la violenza.Nel confronto della delegazione con membri di Laonf provenienti da tutto il paese, gli attivisti di Baghdad hanno riassunto il problema fondamentale nella loro relazione con le istituzioni: enti che traggono oltre il 90% dei bilanci pubblici dal petrolio non hanno bisogno di riscuotere tasse e non ricercano un pieno rapporto con i cittadini. Gli spazi per la libertà d’espressione e di associazione rischiano di chiudersi, quindi la popolazione irachena chiede alleati internazionali che possano lavorare con le loro istituzioni a tutti i livelli per salvaguardare i diritti umani. Proprio per questo l’ampliamento dei progetti di cooperazione decentrata agli enti locali iracheni e il confronto con il modello toscano possono essere una chiave di volta nella solidarietà internazionale con l’Iraq, coerente con l’impegno pacifista che ha visto la Toscana nel 2003 esporre bandiere della pace su tutti i balconi. (cs)